«Nel clima di continua incertezza in cui annaspa la Sanità da oltre tre anni, è aumentato oltre ogni limite il disagio di pazienti, professionisti e organizzazioni sanitarie che continuano ad aspettare invano risposte concrete da numerosi provvedimenti rimasti al palo, tra cui, per dirne solo uno, l’attuazione dei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza)». Lo dichiara il Presidente della Fondazione GIMBE, che conclude: «I cittadini italiani meritano chiarezza sul futuro della Sanità Pubblica»
Realizzazione grafica curata dalla Fondazione GIMBE
«Nonostante i protagonisti della politica continuino a sbandierare un sistema sanitario “tra i migliori del mondo”, la realtà della sanità italiana è ben diversa e necessita di un riallineamento degli obiettivi politici, economici e sociali di Governo, Parlamento e Regioni, per fornire certezze sulle risorse e attuare un’adeguata (ri)programmazione sanitaria in grado di disinvestire realmente da sprechi e inefficienze e di riallocare le risorse in servizi essenziali e innovazioni».
Lo dichiara in una nota Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, organizzazione costituita dall’Associazione Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze, che nel 2013 ha lanciato tra l’altro anche il Progetto Salviamo il nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
«Se l’autunno del 2014 iniziava per la sanità sotto i buoni auspici del Patto per la Salute* – aggiunge Cartabellotta -, quello di quest’anno si apre con un clima ben diverso: infatti, sul Servizio Sanitario Nazionale aleggia lo spettro di nuovi tagli con la Legge di Stabilità per il 2016», dopo un anno vissuto “quanto mai pericolosamente”, in un vero e proprio «calvario, fatto di tagli, conflitti istituzionali e imbarazzanti silenzi».
«Nel clima di continua incertezza in cui annaspa la Sanità da oltre tre anni – prosegue il Presidente di GIMBE -, è aumentato oltre ogni limite il disagio di pazienti, professionisti e organizzazioni sanitarie che continuano ad aspettare invano risposte concrete da numerosi provvedimenti rimasti al palo: rinnovo di contratti e convenzioni, attuazione dei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), nuovi ticket ed esenzioni, attuazione degli standard ospedalieri, riorganizzazione delle cure primarie, nuove competenze delle professioni sanitarie, legge sulla responsabilità professionale e altro ancora».
«Ma soprattutto – conclude Cartabellotta – i cittadini italiani meritano chiarezza sul futuro della Sanità Pubblica, perché mentre la politica rilascia continue (e discordanti) dichiarazioni, l’intermediazione assicurativa si insinua strisciando tra le incertezze delle Istituzioni e contribuisce a demolire impietosamente l’articolo 32 della Costituzione** e il modello di un Servizio sanitario pubblico, equo e universalistico». (S.B.)
*Il Patto per la Salute – del quale nel luglio del 2014 è stato definito quello per il 2014-2016 – è un accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema.
**Articolo 32 della Costituzione Italiana: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti
Fonte: Superando.it
25/09/2015