Raffaele Di Maggio vince il Mondiale disabili e batte il record nazionale dei normodotati

Raffaele Di Maggio vince il Mondiale disabili e batte il record nazionale dei normodotati

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Tre laboratori per conoscere se stessi. Li hanno realizzati gli educatori della Cooperativa Accaparlante e gli animatori disabili del Gruppo Calamaio di Bologna. Il percorso è raccontato nell’ultimo numero monografico di HP-Accaparlante

BOLOGNA – La persona disabile con grave perdita dell’autonomia spesso viene manipolata da altri nei gesti quotidiani e la conoscenza che ha del suo corpo risulta falsata. In più viene sottoposta spesso a trattamenti sanitari e riabilitativi e non sperimenta il proprio corpo in situazioni di piacere e benessere. Parte da questo presupposto il percorso fatto dagli educatori della Cooperativa Accaparlante di Bologna insieme agli animatori con disabilità del Gruppo Calamaio. "Ci siamo chiesti quanto le persone disabili conoscono il loro corpo, soprattutto nel caso di corpi che non si muovono – dice Tristano Redeghieri, educatore e insegnante di educazione fisica specializzato in attività motoria per bambini da 0 a 6 anni – e abbiamo pensato di realizzare dei laboratori per conoscere se stessi attraverso il proprio corpo". In tre anni sono stati fatti 3 laboratori da 8/9 incontri l’uno a cui hanno partecipato 7 persone disabili, 2 educatori e 5 volontari del servizio civile. "È stato molto bello e forte, perché le risposte dei partecipanti sono state molto emotive, tra risi e pianti", dice Redeghieri. L’esperienza dei laboratori è stata raccontata nel nuovo numero di HP-Accaparlante, la rivista del Centro documentazione handicap edita da Quintadicopertina, che si intitola "On the road": un racconto di viaggio alla scoperta del proprio corpo.

Gli educatori della cooperativa e gli animatori disabili hanno realizzato i laboratori, partendo da giochi e descrizioni di sé molto semplici, per poi cambiare rotta a seconda dei risultati ottenuti e delle richieste che emergevano dalle persone coinvolte nei laboratori. "In uno dei giochi abbiamo dato a ogni partecipante un limone e abbiamo chiesto loro di descriverlo nei minimi particolari, ogni limone è diverso dall’altro – racconta Redeghieri – Poi abbiamo messo tutti i limoni in un sacchetto e abbiamo chiesto a ognuno di riprendere il suo. Se una persona riesce a descrivere un limone perché non riesce a descrivere se stessa? Qualcuno ci ha risposto che non riesce a descrivere le proprie gambe perché non le usa". Un altro gioco consisteva nel far stendere le persone a terra, disegnare le loro sagome e poi raccontarsi, descrivendo cosa gli piace del proprio corpo e cosa no. "Facevano fatica, perché non si conoscono – afferma Redeghieri – È accaduta la stessa cosa quando, in costume, li abbiamo portati davanti a uno specchio: molti di loro non si erano mai visti". L’idea dei laboratori era di dare alle persone disabili un’immagine reale di se stesse, "perché spesso l’immagine, e questo vale anche per le persone normodotate, è falsata dagli altri – continua Redeghieri – Conoscere il proprio corpo, oltre a permetterti di raccontarlo, ti consente di utilizzarlo nei vari contesti, dal lavoro allo sport alla vita di tutti i giorni". In tutti i laboratori è stata presente una psicologa, "per aiutarci a gestire le risposte, a volte anche molto forti, dei partecipanti".

Dopo i primi due anni, è risultato che le persone disabili conoscevano il loro corpo solo dal punto di vista fisioterapico ma non da quello del benessere, del piacere. "Quando parlo di piacere non mi riferisco alla sessualità, ma alla scoperta di parti del corpo che danno piacere – dice Redeghieri – come, ad esempio, sentire l’acqua calda sul collo quando si fa la doccia, un gesto che rilassa. Una persona ci ha detto che quando lo lava sua mamma il suo corpo non gli dice niente, mentre in quel momento lo sentiva". Ai laboratori hanno partecipato massaggiatori olistici, shiatsu e reiki "per dare un ricordo al corpo, anche se non si muove". Nell’ultimo step ci si è chiesti: "Il mio corpo può dare piacere?" e allora "sono state le persone disabili a diventare massaggiatori", conclude Redeghieri.

Su HP-Accaparlante si trovano anche le schede tecniche dei laboratori (e la versione e-book è arricchita dalle foto e dai video) affinché il viaggio possa essere replicato e proseguire anche in altri contesti. Le immagini della monografia sono di Valentina Callegari mentre la copertina della rivista è stata realizzata dall’illustratore Attilio Palumbo. Per acquistare un numero di HP-Accaparlante o per abbonarsi alla rivista si può scrivere ad abbonamenti@accaparlante.it. (lp)

Fonte: Superabile.it

07/04/2016