Bonus assunzioni disabili 2016: come funzionano e come richiederli

Bonus assunzioni disabili 2016: come funzionano e come richiederli

pubblicato in: senza categoria | 0

«Tanta gente intorno, ognuno con le proprie peculiarità e con disabilità differenti. Uno scambio di informazioni e spiegazioni per stabilire le regole di comportamento e quasi senza rendermene conto, ero sott’acqua. All’improvviso tutto si è fatto calmo, attimi di tempo rallentato per gustare una condizione nuova»: così Valeria, giovane donna con una grave disabilità, racconta la sua prima esperienza di immersione, condotta insieme ai professionisti di DDI Italy, componente nazionale dell’organizzazione impegnata nella formazione alle discipline subacquee per persone con diverse disabilità

La splendida testimonianza di Valeria ci è sembrata la “chiave giusta” per parlare delle attività di DDI (Disabled Divers International), organizzazione non profit internazionale impegnata nella formazione alle discipline subacquee per persone con disabilità, che dal 2010 si avvale anche di una componente nazionale (DDI Italy), anch’essa nata con l’obiettivo di trasmettere la cultura e la passione per il mare, perseguendo l’ideale che la subacquea sia davvero un’attività sportiva-ricreativa alla portata di tutti, anche di persone con disabilità fisiche, sensoriali e mentali.

Nel dettaglio, DDI Italy offre percorsi formativi specifici e professionali, tali da garantire la totale sicurezza per tutti gli allievi. In particolare, i criteri di valutazione della preparazione degli aspiranti subacquei si basano su uno speciale sistema di certificazione multi-level delle effettive capacità e abilità raggiunte e dimostrate alla fine del corso. Al termine di ogni percorso – partendo da quello base, per arrivare fino ai livelli di certificazione più avanzati – vengono rilasciati brevetti con validità internazionale, che consentono alla persona l’ingresso a pieno titolo nella comunità subacquea, permettendole di effettuare immersioni ricreative, nei limiti della certificazione ottenuta, nei mari di tutto il mondo.

Da ricordare infine che DDI Italy mette anche a disposizione specifici percorsi educativi e formativi dedicati a istruttori subacquei o subacquei già brevettati, che desiderino vivere una gratificante esperienza e apprendere le tecniche per immergersi in tutta sicurezza con un compagno con disabilità (per informazioni: info@ddivers.it).

Ed ora ben volentieri lasciamo spazio alle parole di Valeria

Mi chiamo Valeria e ho una disabilità importante. Spesso le persone che incontro vedono la mia tetraparesi spastica distonica come attributo unico della mia vita, ma posso garantire che non è così. Provo quindi a cambiare il paradigma e riparto. Mi chiamo Valeria e sono una persona importante!

Sì, importante come chiunque altro si trovi a leggere questa storia, con tutte le difficoltà personali da affrontare e i problemi da gestire, ma anche le ambizioni, i desideri e i sogni. Ed io tra i miei sogni ne avevo uno in particolare, secondo molti irrealizzabile: diventare una subacquea!

Sono consapevole, non sorridete… non ancora almeno. La parola “facile” non rientra fra i criteri che orientano in genere le mie scelte. La disabilità è una condizione che non mi dimentica mai. È sempre lì, pronta ad aggiungere fatica nei miei percorsi. Ma io, credetemi, sono sempre stata forte e le motivazioni non mi sono mai mancate.

Il problema da risolvere era piuttosto quello di trovare qualcuno che ci credesse. Qualcuno che fosse animato da una passione triplice: per il mare, per le persone, per l’insegnamento della subacquea. In poche parole, bisognava trovare dei professionisti disposti a condividere il mio obiettivo, con le necessarie volontà e capacità di studiare con me un programma formativo di avvicinamento, che potesse senza fretta riconciliarmi con il sogno.

Tutto nacque un po’ per caso, come quasi ogni cosa bella. A segnarne l’inizio fu la partecipazione all’Open Day Un giorno da sub, evento organizzato qualche mese fa dai ragazzi del Politecnico di Milano, in collaborazione con un gruppo di subacquei in una piscina di Monza. In pratica si trattava di una giornata di prove subacquee libere, dedicate a persone con ogni tipo di disabilità, assistite da istruttori qualificati, a garanzia della sicurezza.

«All’improvviso – racconta Valeria – tutto s’è fatto calmo intorno, attimi di tempo rallentato per gustare una condizione nuova…»

Ricordo bene il mix di curiosità, preoccupazione ed emozione – in verità era più mamma Marta ad essere preoccupata – provate avvicinandoci al bordo vasca per la prima prova… Tanta gente intorno. Persone indaffarate per annullare le difficoltà dei tanti convenuti, ognuno con le proprie peculiarità e con disabilità differenti. Ragazzi con sindrome di Down, autistici, non vedenti, paraplegici, amputati.

Arrivò il mio turno, toccava a me. Uno scambio di informazioni e spiegazioni per stabilire regole di comportamento e di comunicazione, e quasi senza rendermene conto, mi trovai sott’acqua.

Osservavo i miei istruttori cercare i miei occhi per mantenere il contatto con me… le bolle uscire dagli erogatori dei miei compagni… e dalla mia maschera. Eravamo insieme sotto la superficie e … respiravamo!

All’improvviso tutto si è fatto calmo intorno, attimi di tempo rallentato per gustare una condizione nuova. E ho capito, ero con le persone giuste per provarci davvero.

Dopo i dovuti accertamenti per il nullaosta medico, e qualche successivo incontro con gli istruttori, necessario per creare un rapporto di giusta confidenza, iniziò così finalmente il mio corso, insieme a persone capaci di esultare per ogni piccolo traguardo raggiunto, in un percorso dove la fretta non ha spazio.

Un viaggio, fra amicizie ed esperienze nuove, in cui ho conosciuto l’abbraccio di un mare caldo e accogliente, che mi ha permesso di cogliere l’opportunità di guardare la vita sotto lo specchio della sua superficie. Pesci, coralli, colori visti prima solo in qualche foto o in qualche documentario televisivo. E invece questa volta io ero lì!

Per queste emozioni, ma soprattutto per avere creduto in me, ringrazio nell’ordine: mamma Marta, i ragazzi subacquei che ancora oggi nuotano al mio fianco e DDI Italy, per avere portato nel nostro Paese la professionalità di una didattica in grado di realizzare percorsi didattici sicuri e per tutti!

Come dicevo all’inizio, mi chiamo Valeria, sono una persona e amo la vita. Ed è questo che mi rende importante.

Fonte: Superando.it

06/07/2016