Contro le barriere architettoniche un’alleanza che riscuote successo

Contro le barriere architettoniche un’alleanza che riscuote successo

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BRESCIA – L’istruzione è un diritto ma, se la scuola nemmeno riesci a raggiungerla, diventa un privilegio. Non accade in Africa, dove spesso i bambini devono percorrere chilometri prima di arrivare in classe, ma in Val Trompia, dove lo scorso anno scolastico tre alunni disabili delle superiori si sono sentiti negare dai comuni di residenza – Collio e Pezzaze – il servizio di trasporto speciale. Non è tutto. La sospensione riguardava anche la figura dell’assistente ad personam che solitamente affianca l’insegnante di sostegno.
Un caso spiacevole che, dopo la sentenza del Tar di pochi giorni fa, è solo un brutto ricordo. Il ripristino dei servizi, disposto in via cautelare dal tribunale a due mesi dalla sospensione, è stato richiesto dall’Anffas che, dopo la denuncia delle famiglie dei ragazzi, si era mossa inviando delle diffide ai Comuni valtriumplini. «Si sono mostrati sordi alle nostre sollecitazioni quindi, con i genitori degli alunni, abbiamo intentato un ricorso» spiega la presidente dell’associazione Federica Di Cosimo.
Nei due mesi di interruzione dei servizi, due dei tre studenti hanno continuato a frequentare, mentre il terzo purtroppo ha dovuto interrompere.
La sentenza, oltre ad un risarcimento di 1.500 euro ogni ragazzo per danni esistenziali, ha sancito il rimborso dei costi sostenuti dalle due famiglie per il trasporto.
Inoltre – questa la cosa più rilevante – ha decretato nero su bianco il diritto di inclusione scolastica a tutti i livelli, dall’asilo all’università, centri educativi e diurni compresi, che prevede per i casi di disabilità anche il conseguente accesso ai servizi di trasporto e assistenza: «L’esito del giudizio è un triplice successo: personale per i ragazzi, dell’Anffas, legittimata a difendere gli interessi di categoria, e di tutto il Terzo Settore», ha sottolineato Di Cosimo.
A COMPLICARE la faccenda, anche il fatto che, a suo tempo, Collio era un comune commissariato. «In certi casi non si può accettare la scusa della crisi perché qui non si parla di tagli alle spese, ma ai valori». Vien da chiedersi se senza l’aiuto di Anffas le famiglie, da sole, avrebbero avuto la stessa «forza». Ad oggi l’associazione, che a Brescia ha sede a San Polo, è un colosso: nella sola sezione locale i soci sono 264 e i volontari 151 (anche se non sempre sufficienti). I servizi erogati vanno dalla consulenza per la tutela dei diritti alla protezione giuridica, dallo studio sanitario (il centro studi è un fiore all’occhiello con 1.800 monografie e 11 periodici) all’assistenza e accompagnamento.
Dopo un rimpallo di responsabilità tra le due amministrazioni locali e la Provincia, il Tar ha affermato che è quest’ultima a doversi accollare l’onere economico per questi servizi, mentre spetta ai comuni la gestione. «Nelle 30 pagine di sentenza – ha rimarcato Francesco Trebeschi, l’avvocato che si è occupato del caso – il tribunale regionale ha sanzionato anche il comportamento irresponsabile degli enti che non dovevano rimpallarsi le competenze scaricando il problema su famiglie già in difficoltà». Una delibera significativa perché offre sul piatto d’argento un precedente: «E’ un apripista per i comuni – afferma ancora Di Cosimo – che permette loro, in caso di bisogno, di rivolgersi subito alla Provincia». Inoltre settembre è alle porte:«Iniziano le scuole e tutti devono essere pronti a garantire uno dei diritti fondamentali delle persone – sottolinea la presidente -. Forse varrebbe la pena fare una rotonda o una festa di paese in meno, ma non far mai mancare questi servizi ai propri cittadini. La solidarietà non è affidata al buon cuore, ma è un diritto sancito dalla Costituzione». Ed è la misura della civiltà di un Paese.
di Michela Bono

Fonte: Disablog.it

04/08/2011