Acireale, ”Un piano contro le barriere architettoniche”

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Valentina, 19 anni, si è diplomata all’Istituto professionale per i servizi Sociali “Gaetano Pessina” di Como. Del traguardo raggiunto dalla studentessa, colpita da una decina d’anni dalla sindrome da fatica cronica, se n’è parlato stamattina all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia

MILANO – La sindrome da fatica cronica (Cfs – Chronic fatigue syndrome o encefalomielite mialgica) le è stata diagnosticata una decina di anni fa, ma Valentina, oggi 19enne, non si è fatta fermare da questa patologia altamente invalidante e ha conseguito quest’anno la maturità all’Istituto professionale per i servizi Sociali "Gaetano Pessina" di Como con 80/100. Del suo traguardo e della malattia se n’è parlato stamattina all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia, grazie alla sensibilità dimostrata dal presidente nazionale dell’associazione malati di sindrome da fatica cronica (Amcfs) onlus Roberta Ardino, ma anche dallo staff di specialisti presenti (dal neurologo Franco Di Palma all’infettivologo Luigi Pusterla, dal direttore del Dipartimento di salute mentale Claudio Cetti allo psicologo Vito Tummino, dall’assistente sociale comunale Daniela Argentati agli insegnanti dell’Istituto "Pessina" fino al preside Giuseppe Palmucci). Il Sant’Anna, in questo senso, è per questa patologia un punto di riferimento di primo livello. In Italia esistono ad oggi un paio di centri specializzati di secondo livello.
Valentina si è ammalata di Cfs in seguito a mononucleosi. Dalla quinta elementare la ragazza ha seguito un percorso scolastico invariato per quanto riguarda la programmazione, ma ridotto sul piano della frequenza, pari a 2/3 ore giornaliere, spesso intervallato da periodi di lunghe assenze. Grazie alla sua caparbietà, seppure con grandi difficoltà scaturite dal fatto di convivere quotidianamente con uno stato "simil influenzale", con una spossatezza che per lungo tempo le ha impedito di camminare, leggere e scrivere autonomamente, e anche grazie ai miglioramenti ottenuti con le terapie mediche eseguite nel tempo, è riuscita a raggiungere l’obiettivo di concludere il ciclo di studi superiori. Valentina ha presentato una tesina, neanche a dirlo, su "Malattie rare e Cfs". "Non essendoci né casi precedenti, né linee guida o normative specifiche per alunni affetti da Cfs, il superamento dell’importante traguardo – spiegano dall’ospedale Sant’Anna in una nota – è stato possibile anche grazie alla disponibilità della scuola e al supporto degli educatori dei servizi sociali del Comune di Como".

Patologia rara, grave e invalidante, riconosciuta dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ma dal Servizio sanitario nazionale, per la Cfs non è ancora stato identificato un marker diagnostico e non esistono cure specifiche. "Di conseguenza, non esiste – spiegano sempre dal Sant’Anna – una cura specifica, ma solo una terapia sintomatica e palliativa". Caratterizzata da stanchezza severa e debilitante che non migliora con il riposo, da dolori muscolo-scheletrici, mal di gola, mal di testa, difficoltà di memoria e concentrazione, la Cfs colpisce maggiormente le donne e non si riscontra negli anziani. (eb)

Fonte: Superabile.it

05/08/2011