COSENZA. Colpire gli organici di sostegno si traduce in un accanimento e una discriminazione nei confronti dei soggetti più deboli della società: gli alunni più o meno gravemente affetti da handicap psichici o fisici. Questi i dati poco confortanti – emersi anche a Catania – sulla situazione di alcune scuole. I dati disaggregati e soprattutto i rapporti docenti-alunni sono, in taluni contesti, al di sopra della media consentita dalla norma.
Per gli alunni affetti da grave disabilità vige l’art. 3 comma 3 della legge 104, che prevede rapporto uno a uno con il docente di sostegno. Ma questo limite, nella prassi, è sempre rispettato? E per i casi meno gravi quali sono i parametri? «Nella mia scuola – spiega Cristina Cascio, dirigente dell’Istituto Comprensivo "Angelo Musco" – ci ritroviamo con 5 alunni per docente alla scuola elementare e addirittura 6 alunni per docente nella scuola media. Per quanto concerne la scuola dell’infanzia, attualmente una bambina non potrà usufruire di un piano educativo personalizzato – dal momento che non ci sono più docenti liberi – qualora non si abbia un’integrazione di organico. Ho inviato una richiesta per un’ulteriore assunzione di insegnanti di sostegno all’Usp di Catania, chiedendo quanto meno di poter scendere entro un più accettabile rapporto di uno a quattro, che è il massimo consentito. Anche se il rapporto ottimale, segnalato anche in una circolare ministeriale, dovrebbe essere di uno a due, dato a cui si dichiarava si dovesse progressivamente scendere».
Su circa 1000 studenti iscritti alla "Pestalozzi" il 10% è composto da alunni H. La stessa percentuale è rilevabile anche per la "Campanella-Sturzo". «Il rapporto docenti-alunni – dice il preside di quest’ultima, Lino Secchi – è di uno a quattro, uno a cinque. Inoltre, bisogna tenere conto che non è possibile avere più di un docente di sostegno per classe, ma nelle nostre scuole ci ritroviamo anche con 3 o 4 bambini diversamente abili nel medesimo contesto. In questo modo, di fatto, anche il rapporto uno a uno con i casi più gravi decade. Dall’altro lato il governo ci dice che anche il personale ausiliario, appositamente preparato, può collaborare per l’aiuto dei ragazzini diversamente abili. Ma il numero dei collaboratori è stato tagliato. Io dovrei averne 16, spalmati su 5 plessi, invece ne ho appena 11. Questi pochi collaboratori, oltre al resto, come dovrebbero badare anche agli H? Per non parlare del fatto che questi bambini cambiano insegnante di sostegno ogni anno. Non esiste la continuità e questo è ancor più drammatico, perché questi alunni si affezionano al proprio insegnante e l’insegnante si trova costretto ogni anno a cambiare metodologia e sistemi di approccio con lo studente assegnato. Come se non bastasse, ho ancora un alunno non vedente privo del docente specializzato. La situazione ormai è molto grave. L’organico aggiuntivo è fondamentale». E Santo Molino, dirigente della "Pestalozzi" e presidente provinciale Andis (Associazione nazionale dirigenti scolastici), aggiunge: «La norma che prescrive di non avere più di un docente di sostegno per classe è assurda e penalizza soprattutto le scuole di periferia in cui si registra una presenza maggiore di studenti diversamente abili. Nelle cosiddette scuole "bene" della città c’è una percentuale più bassa di ragazzini H, specie alle medie. Classi intere ne sono prive. Dunque un solo docente di sostegno per classe ci può anche stare. Ma non nel nostro caso. Il fatto di non poter superare il limite imposto ci discrimina pesantemente, considerato che in una sola classe possono essere presenti più alunni disabili con a disposizione un solo insegnante. Un docente parcellizzato su 4 o 5 allievi non può svolgere adeguatamente il proprio compito». «Adesso – concordano Molino e Cascio – ciò che conta per avere un quadro chiaro sulla situazione del sostegno a Catania è ottenere i numeri esatti dell’organico richiesto dalle scuole e dell’organico effettivamente concesso dal Ministero».
Alessandra Belfiore
Fonte: La Sicilia
04/10/2011