Spesso la disabilità assume nell’immaginario collettivo una connotazione essenzialmente "fisica": ci si sofferma su quelli che sono gli aspetti concreti, le manifestazioni evidenti di una patologia, trascurando le implicazioni psicologiche e gli aspetti più profondi di tutte quelle patologie "invisibili", che non hanno alcun impatto evidente sul corpo, ma che sono ugualmente, e a volte ancor più, invalidanti.
La lettera di Fabio pervenuta alla ns. redazione che pubblichiamo di seguito, offre un importante spunto di riflessione in tal senso.
Spett.le Ufficio DisAbili del Comune di Montesilvano
Alla c.a. del Disability Manager Claudio Ferrante
Buongiorno,
sono da anni un invalido psichico e la mia patologia è allo stato attuale delle ricerche farmacologiche mondiali incurabile ma meramente attenuata da farmaci antispicotici che dovrò forse, mio malgrado, continuare ad assumere a vita, come previsto dalla, attuale e vigente, tabella dell’Organizzazione Mondiale della Sanità delle invalidità, recepita dall’Italia nel febbraio del 1992.
La patologia è subdola ed agisce non solo sul cervello ma anche sulla motricità con andamenti altalenanti ed incostanti: giornalieri, settimanali, mensili, annuali, dipendentemente dalla stessa!
Dopo questa introduzione descrittiva entro nel vivo delle segnalazioni che spero vengano comprese e portate avanti nelle giuste sedi ed a chi di competenza, grazie al vostro intervento preliminare di comunicazione agli organismi ministeriali al fine di far legiferare che non esistono solo per: 1) le donne in gravidanza, 2) le barriere architettoniche per i disabili in carrozzella, ma esistono anche le: 3) barriere burocratiche e/o sociali per i disabili psichici. Quando mi reco presso vari uffici o laboratori ASL o CUP o statali come l’INPS oppure altri uffici di società pubbliche o private (Poste, ecc.), centri commerciali e quant’altro, non mi viene accettata la richiesta di avvalermi della precedenza di cui credo di aver diritto: mi viene invece risposto (perché purtroppo, a mio avviso, è una prassi consolidata del malcostume sociale degli abili) che devo fare la fila o prendere il "talloncino numerico progressivo" perchè non sono una donna in gravidanza e non mi muovo con la carrozzella, in altra parole la mia invalidità psichica non è neanche riportata in cartelli esposti al pubblico; forse l’interlocutore deve essere uno psichiatra? Questa la intravedo come un’ingiustizia lasciata al libero arbitrio ed alla rara sensibilità dell’operatore (anche all’educazione o maleducazione del pubblico, che come me stà facendo la fila e quindi spesso si lamenta a voce alta che “stò barando” e mi minaccia di non fare il furbo!), che mi concede o meno di non aspettare più di quello che la mia stanchezza fisica e la ridotta motricità che ne consegue mi permettono di resistere fino al punto, mio malgrado, di farmi desistere, non riuscendo più ad attendere. Un’altra importante parentesi la aprirei sull’esclusione dei disabili psichici, che non hanno l’accompagnamento Ufficiale, ma solo quello dei familiari circa la possibilità negata loro di potersi avvalere del diritto riservato da cartelli appositi del codice della strada solo alle donne in gravidanza (Immagine 1) ai disabili negli arti del posto auto riservato (Immagine 2) che viene evidenziato con l’apposita autorizzazione o cartellino da apporre all’interno dell’auto (Immagine 3) che permette di riuscire a trovare a chi lo accompagna un posto macchina libero, se è fortunato!
Chiudo affermando che la "mia carrozzella è invisibile perchè risiede nel mio cervello" ed i tutori dell’ordine pubblico (vedi vigili comunali per esempio) sono dietro l’angolo pronti a far rispettare la legge ed ad infliggerti pesanti sanzioni amministrative, che sono spropositate rispetto alle pensioni che percepiamo. Ringrazio per l’attenzione e per quanto farete non solo per me, che convivo da anni anche con queste problematiche, ma soprattutto per chi soffre più di me e finora non si è preso la briga di segnalarlo o non l’ha voluto o potuto fare. Forse c’è un buco legislativo? Forse mi sto sbagliando, ma sono anch’io un umano o no? Un abbraccio a tutti Voi, Fabio