Il giudice dà ragione ai genitori di tre alunni disabili dell’istituto comprensivo, annullati i tagli attuati dalla preside per le carenze di organico
PORTOFERRAIO. Le ore di sostegno scolastico per gli alunni diversamente abili non possono essere compresse in dipendenza di carenze organiche del personale scolastico o di esigenze di bilancio. È quanto il Tar di Firenze ha espresso con chiarezza, accogliendo due ricorsi presentati dai genitori di tre alunni del comprensivo di Portoferraio contro i provvedimenti emanati dal dirigente scolastico Paola Berti. La preside, per l’anno scolastico 2012-13 ha ridotto il sostegno a favore dei tre alunni con disabilità grave da 22 a 15 ore settimanali. Entrambe le sentenze, depositate il 22 novembre, accolgono i ricorsi presentati dai genitori degli alunni, annullando i provvedimenti impugnati e ordinando alle amministrazioni resistenti (Ufficio scolastico regionale e provinciale, Istituto comprensivo di Portoferraio e Ministero dell’Istruzione) ad assegnare le 22 ore di sostegno ai tre alunni entro trenta giorni dalla data del deposito della sentenza. Le stesse amministrazioni dovranno pagare le spese processuali, pari a 3.600 moltiplicato per due, il numero dei ricorsi accolti dal Tar. All’inizio dell’anno scolastico il taglio alle ore di sostegno per gli alunni portatori di handicap è stato uno degli argomenti cardine della protesta contro le istituzioni scolastiche. La mobilitazione ha portato dei risultati, dal momento che il Provveditorato ha assegnato un numero discreto di cattedre di sostegno in deroga per l’Elba. Ma, nonostante le assegnazioni aggiuntive, non tutti i casi critici sono stati risolti e, così, alcuni genitori hanno deciso di rivolgersi al Tar di Firenze per far valere i diritti dei propri figli. Nelle due sentenze il Tribunale amministrativo della Toscana ribadisce come il diritto all’educazione e all’istruzione sia fondamentale per la persona diversamente abile, diritto peraltro sancito sul piano internazionale dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Per questo motivo – spiega ilTar – «la qualificazione del diritto all’istruzione del disabile, e in particolare del disabile grave rappresenta oggi un approdo condiviso dalla giurisprudenza amministrativa che riconosce come obiettivo primario la massima tutela possibile dell’interessato all’istruzione». Nei tre casi esaminati il Tar conferma come l’amministrazione scolastica debba cercare le soluzioni calibrate «esclusivamente sulle esigenze dell’alunno e non su elementi estranei come, ad esempio, le disponibilità di organico e di bilancio».
Fonte: Il Tirreno.it
26/11/2012