Ma che fanno quelli lì che sventolano le mani in aria? Semplice, battono le mani in «Lis», la lingua dei segni italiana. Se prima erano in pochi a conoscerla, ora non ci sono più scuse. Che si tratti di Daniele Silvestri sull’ultimo palco sanremese o di uno dei tanti comizi politici della passata campagna elettorale, da qualche tempo la Lis ha conquistato uno spazio di primo piano. Il merito è anche dei ragazzi di Radio Kaos ItaLis, web radio romana in prima linea per ottenere il riconoscimento ufficiale della lingua dei segni, come già avviene in quasi 50 paesi del mondo.
La Lis è una lingua codificata con segni delle mani, espressioni del viso e movimenti del corpo, così articolata da conservare accenti ed espressioni dialettali. Un mezzo di comunicazione vitale per la comunità dei non udenti, così i ragazzi coinvolti nel progetto Radio Kaos ItaLis hanno lanciato la petizione #iosegno sulla piattaforma Change.org.
I primi – ottimi – risultati sono arrivati già nei primi giorni della campagna online, quando il presidente del Senato Pietro Grasso in una lettera ai ragazzi ha espresso «il più ampio e sentito sostegno all’iniziativa» impegnandosi «a sollecitare una nuova iniziativa legislativa, che colmi al più presto questa grave lacuna del nostro ordinamento». L’appello, che ha raccolto più di 55mila adesioni, è stato firmato anche dalla presidente della Camera Laura Boldrini, che ha confermato l’impegno «a garantire a tutti i diritti previsti dalla nostra Costituzione».
In Italia gli audiolesi sono circa 5 milioni, dei quali almeno 60.000 con una disabilità grave, data dalla sordità riconosciuta da prima del dodicesimo anno di età. Il riconoscimento ufficiale della lingua potrebbe essere un importante passo avanti: ora è impensabile trovare uno sportello in posta dedicato ai non udenti o un tribunale in grado di tradurre un’udienza utilizzando la lingua dei segni.
La convenzione dell’Onu sui diritti delle persone con disabilità del 2006 è stata ratificata anche dall’Italia, ma mai recepita dalla legislazione. Come ha ricordato il presidente Grasso «il Parlamento ha discusso un disegno di legge per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva e il riconoscimento della lingua dei segni italiana, approvato dal Senato all’unanimità il 16 marzo del 2011 e poi passato all’esame della Camera dei deputati». Il disegno di legge prevedeva l’utilizzo della Lis nelle scuole e nelle università italiane, oltre che nei tribunali e nei rapporti con le amministrazioni pubbliche. Purtroppo però la legislatura si è conclusa prima dell’approvazione definitiva del progetto di legge.
Fonte: La Stampa.it
24/04/2013