CADONEGHE. Impossibilitata a seguire la seduta del Consiglio comunale perché nessuno le ha aperto la porta del municipio per consentirle di entrare con la sedia a rotelle in ascensore e raggiungere la sala consiliare che si trova al primo piano. Luisa Pavanello, ex assessore, la prossima volta è disposta pure a rivolgersi ai carabinieri per far valere il suo diritto. «Credo fortemente nella democrazia, quella partecipata e non quella chiacchierata», dice Luisa Pavanello, che durante la prima amministrazione guidata dal sindaco Mirco Gastaldon seguiva l’Ambiente e le Pari opportunità. «Avendo firmato la petizione contro gli F35 in discussione lunedì sera, ho pensato fosse mio dovere essere presente: non pensavo di dover avvisare nessuno, ma evidentemente sono ancora, a 58 anni, un’inguaribile ottimista». Luisa si sposta seduta sulla sedia a rotelle e non poteva salire le scale esterne per arrivare in sala consiliare. L’ascensore c’è, ma le porte al pianterreno vengono chiuse per evitare intrusioni non controllate, visto che la sala consiliare ha un ingresso autonomo e indipendente. «Ma a quanto pare in carrozzina non entri in Consiglio se non avverti prima», continua, «sebbene sia un mio diritto partecipare come pubblico ai Consigli e il municipio, come “casa comune” è anche casa mia. A un certo punto ho spedito un sms al sindaco Mirco Gastaldon e all’assessore Michele Schiavo, ma dopo un quarto d’ora, non ricevendo risposta, sono tornata a casa. Solo allora il sindaco mi ha risposto che sarebbe sceso. Non voglio scuse, ma non ammetterò mai più di essere esclusa. Si parla di diritti e uguaglianza, però poi non posso entrare come pubblico ai Consigli, il posto auto per disabili sotto casa non mi viene riservato e lo trovo spesso occupato e gli archetti per impedire ai motorini di correre su marciapiedi e piste ciclabili sono troppo stretti anche per le sedie a rotelle».
Fonte: Il Mattino di Padova
31/10/2013