Mani, ginocchia e caviglie bionici in grado di assicurare prestazioni fino a qualche anno fa nemmeno ipotizzabili: a Exposanità vanno in scena gli ultimi dispositivi. Il direttore tecnico del Centro protesi Inail di Vigorso di Budrio, Gennaro Verni: "Puntiamo al massimo recupero"
BOLOGNA – Un ginocchio bionico in grado di andare anche in acqua, dolce e salata. Di correre e camminare anche sui terreni accidentati, di pedalare e nuotare: si chiama Genium X3 ed è solo uno dei dispositivi di ultima generazione capaci di promettere grandi cose. "Negli ultimi 5 anni, a partire dal 2009, sono state trovate soluzioni d’eccellenza per le protesi degli arti superiori e inferiori – spiega Gennaro Verni, direttore tecnico dell’area tecnica della struttura -. C’è stata una vera e propria rivoluzione tra protesi e ortesi grazie all’introduzione di sistemi motorizzati, che vanno dalle mani bioniche alle ginocchia e caviglie a controllo elettronico".
Nel corso del convegno ‘Inail: servizi e tecnologie per un sistema integrato in inclusione delle persone con disabilità’, organizzato dal contact center SuperAbile, in collaborazione con il Centro Protesi Inail, in occasione della 19a edizione di Exposanità, Verni ripercorre gli ultimi decenni delle protesi degli arti inferiori: si va dal ginocchio a completo controllo elettronico del 1999 al ginocchio bionico Genium nel 2011 – che può salire le scale, caricare con il ginocchio flesso, fare attività sportive -, fino al recentissimo Genium X3 (dell’azienda Otto Bock), che permette il massimo dei movimenti possibili, un livello che si avvicina molto alle competenze ‘normali’. Che permette performance prima impensabili, come correre, in piano o in salita, sulla ghiaia, sulla sabbia o su un terreno sdrucciolevole. Si può nuotare a rana, a stile o a dorso. "Ci sono protesi specifiche per tutti gli sport – continua Verni -: ci sono i piedi a restituzione di energie, quelli che sembrano molle, adatti a correre e non a camminare; ci sono i ginocchi e i piedi per gli sport sulla neve, lo sci di fondo, lo snowboard, ice climbing e il free climbing. Ci sono nuove protesi di tipo scheletrico modulare per l’acqua: per fare windsurf, per esempio, o addirittura per le immersioni subacquee. In quest’ultimo caso, il piede si flette per utilizzare al meglio le pinne".
Passi da gigante sono stati fatti anche per le protesi degli arti superiori: "Le mani bioniche stanno sostituendo le storiche mani biolettriche tridigitali: a fronte di una sola presa possibile, ora siamo a 24, tra prese e posizioni, grazie al controllo di tutte e 5 le dita, spesso tutte motorizzate". Così, è possibile lavare i piatti o leggere il giornale tenendolo in mano, prendere una tazzina di caffè, utilizzare la tastiera del computer: "Si riesce anche a riempire e chiudere i tortellini. Addirittura, si può guidare. Ma attenzione: sono mani altamente performanti ma ancora con problemi di affidabilità, perché la possibilità di rottura è ancora abbastanza frequente. A maggior ragione, non va dimenticato che per l’impiego di tutto questo la riabilitazione è fondamentale, sennò è tutto inutile e i soldi buttati". Le protesi per arti superiori, poi, possono essere rivestite da guanti, la cosiddetta ‘protesi cosmetica e mioelettrica’: in silicone, riprendono il colore della pelle, la forma delle unghie, la peluria in caso di pazienti maschili: "Poi, ci sono anche le protesi non estetiche e quelle che permettono di praticare più sport: in pratica, si svita la mano e si montano i vari dispositivi per ciclismo, nuoto, tiro con l’arco, canottaggio, palestra…". Come è facile immaginare, i costi sono molto elevati. Per di più, sono strumenti riservati agli assicurati Inail, non inclusi quindi dal sistema sanitario nazionale: "Considerato che puntiamo al massimo recupero, la questione economica passa in secondo piano. Nel caso delle protesi di mani, però, va detto che nel corso degli anni abbiamo registrato una sensibile riduzione dei costi".
Il Centro di Vigorso, poi, da 22 anni mette a disposizione il Servizio ausili Inail: diviso in 4 macrosettori – mobilità, cura e igiene, mobilità dei veicoli, informatica e domotica – si occupa di creare e fornire tutti gli strumenti per accompagnare il paziente in un percorso di reinserimento nella quotidianità. "La novità più grande sono i sistemi autobilancianti: una nuova sedia a ruote elettrica – spiega Massimo Improta, responsabile reparto ausili – Va avanti se il tronco si sbilancia in avanti, indietro se si sbilancia all’indietro. Gira su se stessa grazie al manubrio, va su ogni tipo di terreno, ghiaccio e neve inclusi. E ha solo 2 ruote: una rivoluzione in grado di favorire un approccio psicologico completamente diverso rispetto al passato, sia del paziente che di chi lo incontra. Le mani sono libere, l’ingombro è minimo, ci si può avvicinare molto. La persona seduta partecipa attivamente: deve contrarre i muscoli per spostarsi avanti e indietro, così favorisce anche la riabilitazione". Solo nel 2012, il Servizio ausili ha servito oltre 5 mila persone ed erogato più di 14 mila prestazioni.
Fonte: Superabile.it
23/05/2014