Io conosco la causa dell’autismo

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Sulle barriere architettoniche lavori sciatti ed errori a ripetizione

PESCARA. Il grumo inestricabile della filovia non smette di regalare inquietanti sorrisi amari.

Continuano i lavori che dovrebbero portare il Phileas a sfrecciare per la città dopo le prescrizioni del Comitato Via e le polemiche sollevate dalle associazioni e dai comitati per le incredibili “sviste” sulle barriere architettoniche.

Il progetto originario, infatti, non rendeva giustizia alle decine di ostacoli per i disabili. Come sia stato possibile tanta superficialità ovviamente non lo ha spiegato nessuno.

In questi giorni la ditta Balfour Beatty Rail, appaltatrice dei lavori, sta procedendo alle “rettifiche” degli errori progettuali realizzati che aggiungono -se non altro- ad una vicenda controversa e poco chiara, un alone di approssimazione perseverante.

Nello specifico i comitati avevano contestato tra l’altro la realizzazione del percorso tattile che dovrebbe servire ai non vedenti per utilizzare il mezzo di trasporto che di fatto ad ora non è a norma.

In moltissime delle 44 banchine di fermata il non vedente veniva indirizzato malamente a urtare la paratia laterale di cristallo delle pensiline, montate da oltre due anni e già deturpate.

Difficile dire se fossero le pensiline ad essere fuori posto o il percorso tattile sta di fatto che nessun progettista, direttore di lavori o operaio si era accorto del “dettaglio”.

Rimane un mistero tutto locale spiegare come sia possibile concepire, disegnare e realizzare un progetto in questo modo senza che alcuno si renda conto di tali svarioni che farebbero vergognare anche architetti alle prime armi.

Nei mesi scorsi su tutte le banchine di sosta era stato già eseguito un intervento correttivo sul cordolo di contenimento, che aveva comportato la rimozione delle betonelle poste a finitura, e poi è stata la volta del cammino "Loges", spostato a margine del cordolo della banchina stessa.

In questo modo i non vedenti non andranno più a sbattere contro le lastre di vetro con il rischio di pericoloso “frontale” e per fortuna questo problema è stato risolto.

Ora, invece, il pericolo è quello di dover contare i non vedenti precipitare dal marciapiede alto 30 centimetri con conseguenze slogature o fratture.

Non è difficile immaginare che realizzare (e non terminare) il percorso per non vedenti sul bordo del marciapiedi è una idea che -se non fosse evidentemente diabolica per il perseverare della sciatteria- sarebbe più che comica. Perché poi il percorso si interrompa improvvisamente rimane un mistero nel mistero.

Ora o Pescara si terrà il percorso così com’è o la ditta sarà costretta a rettificare la rettifica del lavoro senza per questo provocare reazioni o moti di vergogna.

Permangono irrisolti, invece, nonostante la conferma della specifica prescrizione del Comitato Regionale VIA, di cui al Giudizio conclusivo n. 2437 del 6 novembre 2014, i lavori di definitiva eliminazione delle numerose altre barriere architettoniche che rendono il servizio di trasporto non accessibile alle categorie sociali più deboli, cui si aggiunge il problema – tuttora celato e sottostimato – dell’inadeguatezza strutturale dell’intero tracciato riservato al filobus.

In proposito, i relativi lavori stradali in corso d’opera riguardano il solo tratto compreso tra le piscine “Le Naiadi” e Via Marinelli nel Comune di Montesilvano, mentre nulla si sa sulla qualità delle opere nel percorso di nuova realizzazione, che collega Via Marinelli a Viale Europa, eseguite – a detta dei consulenti della Procura – con le caratteristiche costruttive tipiche delle strade destinate al traffico leggero.

Buio assoluto anche sulla parte di percorso di pertinenza del Comune di Pescara, che va da “Le Naiadi” in Via Leopoldo Muzii – Via Silvio Pellico.

Intanto, metro alla mano, a ben guardare il tragitto del mezzo che prenderà il posto del Phileas, sembra non sussistano le condizioni di spazio per le due corsie di transito previste (l’ampiezza della carreggiata e’ inferiore dappertutto ai 7,50 metri previsti dal codice della strada), sia per la limitata larghezza dei marciapiedi, che non consente la percorribilità ai passeggeri.

Fonte: Primadanoi.it

12/01/2015