Tutto pronto per la I edizione del Premio per la drammaturgia ideato da Avi onlus e dall’associazione Ecad, che celebra i 150 anni dell’Unità d’Italia, ricordando l’eroe dei due mondi anche lui costretto sulla sedia a ruote negli ultimi anni della sua vita
ROMA – Anche Giuseppe Garibaldi, eroe dei due mondi e artefice insieme ad altri dell’Unità d’Italia, fu costretto alla sedia a ruote: disabile, dopo decenni di avventure e lotte. Più di oggi, allora la disabilità voleva dire invalidità, debolezza, rinuncia, dipendenza. Quello spirito è il legame, ideale e storico, che collega, nel centocinquantesimo anno dell’Unità d’Italia, la I edizione del premio per la drammaturgia "Teatro e disabilità" con la forza caparbia di un uomo che non si accontentò di combattere solo contro nemici esterni. Il premio, ideato da Avi onlus (Agenzia per la vita indipendente) e dall’associazione Ecad (Ebraismo cultura arte drammaturgia), nasce nel 2011 durante le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia proprio in relazione ideale con uno dei suoi massimi artefici, appunto Giuseppe Garibaldi. Questo collegamento ideale e storico del premio "impone – sostengono i promotori – una riflessione più ampia sul concetto della dignità umana e del valore della persona, che non vengono meno ma spesso vengono esaltate dall’esperienza della disabilità, che può colpire chiunque e in qualunque momento della vita". In accordo con la Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità, il premio di drammaturgia ha come obiettivo quello di dare una voce all’anima delle molteplici disabilità attraverso il teatro.
"Il teatro – spiegano ancora i promotori – è stato scelto tra le varie arti poiché più di altre comunica direttamente, attraverso la fisicità e la corporeità, emozioni e concetti vissuti anche dalle persone con disabilità. Il teatro, sebbene arte della finzione, non nasconde sulla scena né la mente né il corpo. La storia del teatro ha tanti personaggi, caratterizzati da condizioni di disabilità, che hanno avuto successo verso il pubblico: dalla cecità di Edipo, alla deformazione di Riccardo III, alla follia di Enrico IV". La giuria, presieduta da Pamela Villoresi, è composta da: Dino Barlaam, direttore Avi onlus – Roma; Silvia Cutrera, presidente Avi onlus – Roma; Lorella De Luca, giornalista; Angela Guarino, docente universitaria in Psicologia – Università La Sapienza, Roma; Claudio Imprudente, scrittore e giornalista; Donatella Orecchia, docente universitaria Storia del teatro – Università Tor Vergata, Roma; Matteo Schianchi, scrittore; Vittorio Pavoncello, regista e scrittore. Ed è proprio a lui che chiediamo quali criteri si adottano per giudicare una sceneggiatura teatrale di questa natura, come si potrebbe declinare il tema della disabilità a teatro e quali esempi ha trovato nella sua esperienza di scrittore e regista. "Ci si affida al tema – ha poi spiegato Vittorio Pavoncello, tra i giurati -, ma anche alla drammaturgia. La disabilità in tanti campi ha prodotto innovazione, l’esempio è la domotica. Riteniamo che possa essere innovativa anche nella stesura di un testo o nella sua rappresentazione scenica. A questo si affiancano le storie, vere o immaginarie, di chi vive la disabilità. Il versante è a doppio binario: una storia può essere teatralmente avvincente e scritta da una persona disabile, o raccontare semplicemente la disabilità. Le dinamiche interne alle persone sono ciò che ci interessa e ci serve per continuare a conoscerci. Si dialoga fra persone".
"Ho già prodotto testi – ha poi aggiunto in qualità anche di autore -, due per precisione. "Pulling down" sul tema dell’eutanasia e dello sterminio che colpì anche le persone disabili: l’operazione T4. la performance durò due ore a Roma presso l’Auditorum, L’altro è "Viaggio al termine della cura": un testo sempre sulla T4 che racconta di una giovane donnatedesca che scopre la vera identità del padre, complice di aver consegnato due fratelli disabili al progetto. Ho giocato sulla memoria". "Tra i prodotti del genere – ha poi concluso – mi ha colpito molto "La farfalla e lo scafandro". In generale tanti artisti e intellettuali con disabilità mi lasciano stupore ma anche un senso di inadeguatezza. Hanno arricchito la nostra società perchè quello che c’è di normale viene fuori ed è patrimonio di tutti. La disabilità fisica può essere dietro l’angolo per ognuno di noi, ma quella relativa invece è sempre presente". È possibile partecipare al premio inviando un testo teatrale, di massimo 30 cartelle, che abbia come tema la disabilità, i suoi protagonisti e la loro vita in tutti i suoi aspetti. I testi dovranno essere inviati entro e non oltre il 10 ottobre 2011. La premiazione dei vincitori si terrà il 28 novembre a Roma presso il teatro Sala Umberto. Per informazioni: vitaindipendente.net/ (eb)
Fonte: superabile.it
28/07/2011