«La temuta riforma dell’assistenza – si legge in una nota della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – è sì necessaria e urgente, ma sulla base di ben altri motivi e necessità di quelli evidenziati dai recenti provvedimenti finanziari e va affrontata guardando prioritariamente ai diritti dei cittadini e alla qualità dei servizi. Tale riforma, infatti, non può essere approntata con il solo intento di risparmiare e in modo emergenziale». Con il fondamentale obiettivo, dunque, di evitare un vero e proprio "crollo" dei servizi sociali in Italia, la stessa FISH ha prodotto un proprio documento di controproposte a una Manovra Finanziaria aggiuntiva (Decreto Legge 138/11), come quella approvata il 13 agosto scorso che, secondo la Federazione, «rischia di causare molti (altri) danni alle politiche sociali nel nostro Paese»
Con l’obiettivo fondamentale di evitare un vero e proprio "crollo" dei servizi sociali in Italia, la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha prodotto un proprio documento di controproposte a una Manovra Finanziaria aggiuntiva (Decreto Legge 138/11), come quella approvata il 13 agosto scorso che, come si legge in un comunicato della Federazione, «rischia di causare molti (altri) danni alle politiche sociali nel nostro Paese». «Il timore più forte – si legge sempre nella nota – non è tanto nell’articolato del Decreto, quanto nella riforma assistenziale e fiscale per la quale il Governo chiederà la delega per recuperare 24 miliardi in due anni, pena il taglio della quasi totalità delle agevolazioni fiscali ora riconosciute ai contribuenti italiani». In realtà, si sottolinea da parte della FISH, «una bozza di delega sulla riforma fiscale e assistenziale esiste già. Vi si prevede di intervenire sull’ISEE [Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.], sulla definizione di "stato di bisogno", sull’armonizzazione dei servizi, per "evitare sovrapposizioni", oltreché degli interventi sui criteri di accesso all’indennità di accompagnamento, definendo il ruolo degli enti non profit in una logica di welfare caritatevole. Tutto quanto basta per causare danni!». Sempre secondo la Federazione, «la riforma dell’assistenza è altresì necessaria e urgente, ma sulla base di ben altri motivi e necessità e da affrontare in una logica molto diversa, con la priorità dei diritti dei cittadini e della qualità dei servizi. La riforma, infatti, non può essere approntata con il solo intento di risparmiare e in modo emergenziale».
«Dove trovare quindi quei 24 miliardi che servono entro due anni?», ci si chiede nel comunicato della FISH, che nel proprio documento indica una serie di possibili soluzioni per un recupero ben superiore e tale anche da evitare il taglio agli Enti Locali di ben 18 miliardi e 800 milioni di euro in tre anni, che fatalmente si abbatterebbe sui servizi per i Cittadini e, in modo più grave, sulle persone con disabilità o sugli anziani non autosufficienti. Nel documento la Federazione indica ad esempio, con decisione, il contrasto all’evasione fiscale, con un piano straordinario di controllo, simile a quello che è stato avviato contro i cosiddetti "falsi invalidi" e che sta portando a ben 800.000 controlli in quattro anni. Si propone inoltre di abbassare il limite di pagamento per la cosiddetta "tracciabilità" (1.000 euro) e di abbassarlo ulteriormente quando esso sia relativo a prestazioni o servizi. E ancora, viene suggerita una diversa tassazione sulle rendite finanziarie, legate all’aliquota IRPEF dei percettori, caldeggiando la revisione della cosiddetta "tassa di solidarietà" che consideri i grandi patrimoni. Si invita inoltre ad applicare da subito l’innalzamento delle aliquote IVA e ad aumentare le aliquote sulle tasse di successione per i grandi patrimoni (sopra i due milioni e mezzo di euro). Equa e sostenibile, infine, viene ritenuta dalla FISH anche un’imposta aggiuntiva del 10% sui capitali rientrati dall’estero grazie allo scudo fiscale. «Un’ulteriore indicazione – conclude il comunicato – riguarda le Aziende Municipalizzate, che sin troppo spesso hanno rappresentato una "valvola di sfogo" per la cosiddetta "partitocrazia", con Consigli di Amministrazione ridondanti e un eccesso di dirigenti sistemati dalle segreterie dei partiti, mentre manca un numero adeguato di tecnici con specifica competenza. Non è sufficiente dunque privatizzarle. Bisogna indicare linee essenziali perché questi fenomeni non si ripetano e venga garantito il controllo da parte della cittadinanza».
La FISH intende dunque intervenire presso tutti i soggetti istituzionali e presso i Parlamentari per evidenziare le proprie proposte, ma dal canto suo ha già deliberato l’intenzione di una mobilitazione generale, se necessaria, con la quale rendere ancora più evidenti le proprie posizioni. (S.B.)
Fonte: Superando.it
24/08/2011