Caro Presidente, ti scriviamo dall’Abruzzo

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PESCARA. Vestiti di nero o con la fascia da lutto al braccio i disabili abruzzesi stamani a Pescara hanno celebrato la fine delle politiche sociali e dell’assistenza con una marcia silenziosa dietro un carro funebre che non trasportava una bara, ma una carrozzella. La protesta, organizzata dall’associazione “Carrozzine determinate”, presieduta da Claudio Ferrante, in collaborazione con la Uildm e il movimento regionale per la Vita indipendente, ha coinvolto numerosissime associazioni locali e ha visto l’adesione della Fish, esponenti politici locali e semplici cittadini sfilare sotto il palazzo della provincia per informare e sensibilizzare le istituzioni sul rischio che nella manovra finanziaria si preveda il taglio delle pensioni di invalidità e degli assegni di accompagnamento. Iniziata con un primo sit-in di protesta sotto il palazzo, sede anche della prefettura, la manifestazione è proseguita con il corteo funebre aperto dalla scritta “figli di un dio minore”, seguita poi dalla banda, il carro mortuario e dietro i figli orfani delle politiche sociali. In circa 50 carrozzine hanno sfilato insieme ai loro familiari. In mano manifesti funebri che annunciavano la scomparsa dello stato sociale e davano atto delle pessime condizioni di salute di pensioni e assegni di accompagnamento. Alla manifestazione hanno aderito anche alcune amministrazioni locali come il comune di Montesilvano e la provincia di Pescara, in corteo poi si sono visti l’assessore provinciale alle politiche sociali Valter Cozzi(Pdl), la consigliera regionale Marinella Sclocco (Pd) , il deputato, sempre del Pd, Vittoria d’Incecco. Assente invece la Regione.

Il corteo si è infine fermato nella piazzetta antistante il palazzo della provincia dove Ferrante e Camillo Gelsumini della Uildm di Pescara, entrambi unici disability manager in Abruzzo, hanno parlato ai politici locali e al prefetto della grave crisi sociale in cui versa il paese e che ricade sulle spalle dei più deboli. “ Abbiamo deciso di celebrare un funerale finto per sollecitare l’attenzione e riflessione su un problema vero – ha detto Ferrante -. Negli ultimi anni ci sono stati moltissimi tagli che hanno colpito il mondo della disabilità. Questo governo ha voluto riorganizzare le politiche sociali e noi oggi ne costatiamo il fallimento. Si vuole chiede alle famiglie anche con reddito zero di compartecipare alle spese socio-sanitarie, il fondo per la non autosufficienza è bloccato, sono fallite le politiche di inserimento lavorativo dei disabili: solo il 3% ha un lavoro, il restante 97% è disoccupato. L’unica certezza di welfare che ci rimaneva era di poter contare su pensioni di invalidità e assegno di accompagnamento, ora queste certezze rischiano di essere messe in discussione da una manovra economica scellerata. Non è accettabile – ha aggiunto – togliere il contributo di solidarietà per i più ricchi e mettere poi le mani sulle pensioni di invalidità. Questa Manovra finanziaria è una vergogna, perché nei momenti difficili sono le classi più deboli che vanno aiutate”.

Ferrante, insieme a ai rappresentanti delle numerosi associazioni di disabili, ha preteso un impegno serio della politica locale chiedendo un nuovo incontro entro la prossima settimana per capire cosa intendano fare nelle appropriate sedi istituzionali in merito alla difesa delle politiche sociali, dei cittadini con disabilità e delle loro famiglie. Infine al prefetto Vincenzo D’Antuono è stata consegnata una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Fonte: Redattore sociale

31/08/2011