Giudizio negativo del direttivo nazionale dell’associazione sulla manovra: "Mancano provvedimenti seri e ci si accanisce sui cittadini più deboli, oscurando e cancellando i diritti fondamentali". La legge delega sull’assistenza sul banco degli imputati
ROMA – Un giudizio estremamente negativo sulla manovra e sull’operato del governo e un allarme sui contenuti della legge delega sull’assistenza, con la quale si realizza "un’operazione di particolare iniquità che colpisce le donne, le famiglie, i disabili, gli anziani, gli orfani e le vedove". Ad esprimerlo è il direttivo nazionale di Auser, che traccia un bilancio degli interventi attuati dall’esecutivo e ne analizza i punti critici, annunciando l’adesione alle "iniziative di mobilitazione e di lotta, promosse dalla Cgil e dallo Spi, per cambiare la politica economica e sociale del governo nazionale".
"Dopo tre anni di ritardo – si legge in una nota Auser – il governo ha capito che la crisi c’è, è forte e non durerà poco: c’è bisogno di restituire fiducia e stabilità ai mercati ed equilibrare gli interventi in funzione di una crescita che dia lavoro e sviluppo in tutto il paese e che non si accanisca sulle condizioni di vita dei cittadini più deboli, quelli che hanno pagato e che continuano a pagare, e che non si oscurino o cancellino i diritti fondamentali delle persone". Se "è necessario rilanciare la crescita e dare respiro al mondo del lavoro, per evitare una nuova pericolosa recessione", per l’Auser questo è un fronte "dal quale non si vedono segni positivi: mancano provvedimenti seri di lotta contro la corruzione dilagante, contro l’evasione e l’elusione fiscale e, soprattutto nulla è stato fatto, per abbattere drasticamente i costi della politica. Un segnale di equità e di giusta redistribuzione dei cariche e dei pesi per avviare il risanamento e la crescita del Paese, non può non partire da questi punti".
Sulla legge delega sull’assistenza l’Auser afferma che essa "mira indiscriminatamente a tagliare" e si configura come "un’operazione di particolare iniquità che colpisce circa 7,2 milioni di percettori delle diverse provvidenze assistenziali", fra cui donne, famiglie, disabili, anziani, orfani e vedove. "Se si pensa al clamore sollevato sul contributo di solidarietà che riguardava meno di 600 mila persone con redditi superiori a 90 mila euro l’anno – afferma il Direttivo Nazionale Auser- la disattenzione dei media sulla riforma dell’assistenze sulle sue conseguenze appare intollerabile e scandalosa: non si può inoltre pensare di tagliare sull’assistenza per trovare le risorse per realizzare la riforma fiscale. Il rapporto fisco-assistenza va rovesciato: è dal prelievo e dalla lotta contro l’evasione e l’elusione che vanno reperite le risorse per una seria riforma dell’assistenza".
La legge delega, secondo l’Auser, porterà insieme al ripetuto taglio del Fondo nazionale delle Politiche sociali, alla "liquidazione della legge 328/00", l’attacco alla quale "diventa radicale": "Spariscono – denuncia l’associazione – i livelli essenziali e si compromette il principio della universalità dei diritti, mentre compare un nuovo riferimento quello ai ‘soggetti autenticamente bisognosi’, un’espressione – afferma Auser – che la dice lunga sulla indiscriminata criminalizzazione nei confronti di coloro che percepiscono assegni di invalidità ed accompagnamento". "Ne deriva – continua l’organizzazione – l’idea di un sistema pubblico di protezione sociale rivolto esclusivamente alle condizioni estreme, legato ad una concezione di sussidiarietà fortemente sostitutiva e nello stesso tempo assolutamente disorganico ed incompleto", e "nulla si dice sulle misure di contrasto alla povertà, sul disagio giovanile, sulle famiglie con minori".
Per il direttivo dell’Auser occorre invece puntare su un intervento nazionale di riordino "per evitare duplicazioni e sovrapposizioni" e perseguire una "gestione integrata dei servizi sanitari, socio-sanitari e assistenziali". Fra le altre azioni da compiere, il rilancio della 328 e la definizione dei Livelli essenziali di assistenza, "ribadendo la competenza esclusiva delle regioni nell’organizzazione e nella gestione del sistema pubblico di protezione sociale" e l’istituzione per legge del Fondo Nazionale per la non Autosufficienza.
Fonte: superabile.it
14/09/2011