CAGLIARI – “In materia di invalidita’, l’Inps ha sbagliato due volte: sul piano della comunicazione, perche’ non puo’ presentarsi come una sorta di sceriffo, e poi perche’ la procedura, troppo farraginosa, non ha funzionato. Dobbiamo introdurre correttivi, visto che stiamo parlando della parte fragile della popolazione italiana”. Guido Abbadessa, presidente del consiglio nazionale di indirizzo e vigilanza dell’Inps, a Cagliari per la presentazione del terzo bilancio sociale della direzione regionale della Sardegna dell’istituto di previdenza, analizza cosi’ i risultati del primo anno del nuovo progetto d’invalidita’ civile del 1 gennaio 2010 e della campagna contro i cosiddetti “falsi invalidi”. “Certo, i controlli vanno fatti in modo severo contro chi lucra sulle prestazioni di invalidita’, ma bisogna leggere bene i dati”. In Sardegna, per esempio, si parla di poco piu’ dell’11% di pensioni d’invalidita’ rimesse in discussione, ma in questa percentuale rientrano perlopiu’ – stando ai casi citati da Abbadessa, persone decedute, pazienti oncologici che hanno superato la malattia, invalidi richiamati a visita ai quali, in base alle nuove norme, e’ stata ridotta la percentuale d’invalidita’ e quindi hanno perso il diritto all’indennita’ di accompagnamento. Nell’isola l’importo medio mensile delle pensioni e’ inferiore ai 400 euro. L’istituto, peraltro, non riesce a rispettare i termini dei 120 giorni per dare risposte ai cittadini. “Dobbiamo semplificare le procedure”, ha suggerito Abbadessa, “e cambiare il taglio culturale”.
Nella sua relazione anche il presidente del comitato regionale Sardegna, Giovanni Basciu si e’ soffermato sulle criticita’ riscontrate nell’attuazione del nuovo progetto sull’invalidita’ civile, che avrebbe dovuto alleggerire tempi e modalita’ di assegnazione della pensione a persone colpite da malattie invalidanti. “La Tecnostruttura Inps continua a produrre sforzi generosi e importanti per superare le carenze del sistema telematico per l’acquisizione delle domande e lo sviluppo delle procedure”, ha osservato il presidente, “ma la scarsa efficienza delle Asl sui sistemi informatici e organizzativi e la carenza degli organici, non ha permesso ancora, a distanza di 20 mesi dall’avvio del progetto, risultati sufficientemente confortanti per gli ammalati e, in particolare, per quelli con patologie piu’ gravi, che soffrono forti disagi per i ritardi che ancora sussitono”.
“La gravissima crisi economica e sociale che sta devastando l’economia della nostra regione ha pesantemente incrementato il tasso di disoccupazione, coinvolgendo in particolare i giovani e, con la perdita consistente del potere d’acquisto, ha reso piu’ difficile la vita alle fasce piu’ deboli della popolazione”, ha evidenziato Basciu nella sua relazione, esprimendo preoccupazione per eventuali “nuovi attacchi di razionalizzazione” all’organizzazione dell’istituto nell’isola, articolato in sedi periferiche diffuse nel territorio, attacchi che sarebbero “assolutamente insopportabili per la popolazione della nostra regione”.
E a proposito delle carenze di personale, il comitato regionale ha contestato la cancellazione dei 1.800 lavoratori interinali (60 in Sardegna) “fuoriusciti dal sistema per il recupero di costi gestionali dell’istituto” – ha evidenziato Basciu nella sua relazione – “lasciando scoperta tutta l’attivita’ svolta da questa tipologia di lavoratori”. (AGI) Rob
Fonte: Disablog.it
26/11/11