La persecuzione dell’Inps

La persecuzione dell’Inps

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MESTRE – «Altro che accertamento d’invalidità: le visite a cui ci sottopone l’Inps sono uno spreco di denaro pubblico e un’umiliazione. Pesante, perché le procedure ci obbligano prima a presentare le carte e tutte le documentazioni, e poi magari ad andare davanti una commissione a dimostrare i nostri problemi».

A dirlo unanimamente un gruppo di indignati ed arrabbiati disabili, che ieri con carrozzelle e accompagnatori hanno presidiato per un’ora abbondante la sede mestrina dell’Inps. Sotto accusa le modalità con le quali l’ente cerca di smascherare i finti disabili, una trafila di presentazione di documenti e visite, «spesso chiedendoci di raggiungere la sede di Venezia, con tutte le difficoltà logistiche del caso», spiega dalla sua carrozzella Rossano Besazza.

«Semplicemente per andare davanti ad una commissione a mostrare la disabilità, spesso in modo umiliante» spiega una delle portavoci Leda Cossu. Di fatto l’obiettivo delle verifiche dell’Inps volute a suo tempo dall’ex ministro Tremonti, è quello di smascherare i falsi invalidi: «Ma questa situazione è legata a particolari situazioni ed aree geografiche, e lì si dovrebbero fare controlli – dice Giampaolo Lavezzo, disabile dalla nascita -. Con me sono arrivati all’assurdo: visto che posso muovermi con difficoltà e solo con l’ausilio di un deambulatore, hanno detto che posso camminare, sono deambulante». Il timore dei disabili veneziani – in città tra anziani che hanno difficoltà e giovani siamo vicini a quota 15mila – «è che l’obiettivo sia solo la riduzione dei trattamenti di invalidità non scoprire chi imbroglia e chi no».

Sotto la pressione del gruppo di manifestanti il responsabile della sede mestrina è riuscito a strappare la possibilità di un incontro tra la delegazione e i responsabili sanitari ed amministrativi dell’ente per mercoledì, intanto almeno per risolvere la questione delle visite non a Venezia ma a Mestre. «Ma per scoprire i falsi invalidi, cosa giusta, c’è solo la via delle indagini come fanno carabinieri e polizia – dice Flavio Savoldi segretario della Federazione Italiana Superamento Handicap – non continuare a sottoporre a visite e controlli chi è disabile dalla nascita o chi non può barare; così è solo una spesa in più per i cittadini, a partire dai 500 medici assunti dall’Inps per fare questi controlli, che per i disabili sono solo umilianti».

di Andrea Ciccarelli

La versione integrale di questo articolo è disponibile all’indirizzo: gazzettino.it

Segnalato da: disablog.it

19/12/2011