ROMA. Un numeroso coro di voci contrarie sta facendo sentire la propria voce aderendo in questi giorni alla petizione per riaprire un tavolo di confronto sulle linee guida sull’autismo, promossa da diversi parlamentari bipartisan e pubblicata sul sito dell’Istituto di Ortofonologia di Roma (www.ortofonologia.it). Sono in tanti: associazioni, istituti e singoli cittadini che chiedono di rivedere il documento, presentato lo scorso gennaio dall’Istituto Superiore di Sanita’, poiche’ non condividono che in esso venga "raccomandata alle Regioni, come unico strumento terapeutico, l’adozione della tecnica neo-comportamentale Aba (Applaied behaviour analysis) derivata dal metodo Lovaas". Medici e psicologi affermano, in sintonia con la petizione, che "appare ingiusto escludere dal dibattito tutti gli approcci diversi da quello neo comportamentale, definendo scientifico il solo metodo preso in esame, che utilizza strumenti di tipo quantitativo e parcellizzato che consentono piu’ facili catalogazioni. È doveroso- prosegue la petizione- riaprire il dibattito per includere i recenti risultati della ricerca nell’ambito della psicologia dell’eta’ evolutiva che pongono l’affettivita’ alla base dello sviluppo cognitivo".
E proprio su questo punto una dottoressa della Societa’ italiana di psicoterapia psicoanalitica dell’infanzia, dell’adolescenza e della coppia’ (Sipsia), aderendo alla petizione, ha aggiunto: "ho imparato a riconoscere e ad osservare nella pratica della mia attivita’ lavorativa la centralita’ degli affetti, delle emozioni e della relazione nello sviluppo e nella strutturazione di una patologia tanto complessa come l’autismo". Ma la richiesta di confronto e’ motivata anche dalla necessita’ di consentire a tutte le voci scientifiche italiane di esprimere la propria posizione teorica e clinica in materia di autismo e di "non eludere il problema della diagnosi per poter accertare la reale presenza del disturbo, le sue diverse manifestazioni e la gravita’ della sintomatologia all’interno della disomogenea categoria dei disturbi dello spettro autistico". Un altro membro del Sipsia ha invece giudicato "parziali e fuorvianti le indicazioni che sono state formulate, senza alcuna legittimazione esauriente nel dibattito scientifico in corso, su un tema cosi’ complesso e che richiede modelli metodologici piu’ accurati e approcci multidisciplinari piu’ esaustivi". Ma opinioni diverse da quelle espresse nella linea guida si ritrovano anche nell’Associazione Toscana Sindrome X Fragile Onlus, secondo la quale "le famiglie devono poter scegliere per i propri figli il trattamento che piu’ preferiscono". Per far riaprire quindi un dibattito sulle linee guida, "che favorisca un confronto tra i vari approcci teorico-clinici, che garantisca alle famiglie la liberta’ di scelta del trattamento ritenuto piu’ idoneo al singolo caso e all’operatore di scegliere la cura in base al proprio orientamento e alla gravita’ del disturbo", basta inviare un’email all’indirizzo ufficiostampa@ortofonologia.org.
Fonte: Redattore Sociale
17/02/2012