Doping, la procura di Padova indaga su 70 atleti. Anche paralimpici

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La Repubblica del 14-08-2012

Primo passo di un progetto di adeguamento della città alle esigenze dei disabili. Milano ancora senza un piano. Majorino: “Invertiremo la rotta”

MILANO. Non solo il Castello Sforzesco. La mappa dei luoghi inaccessibili alle persone con disabilità abbraccia tutta la città. Le segnalazioni, raccolte dalla rete di associazioni Ledha, vanno da via Brera e via Fiori chiari, dove il transito per le carrozzine è reso impossibile dal fondo stradale, all’assurdo caso dell’ascensore mai attivato alla fermata Forum Assago della linea Verde del metrò. Dalla situazione di «diffusa inaccessibilità » dei Navigli, con pavé sconnesso e scalini da scendere, fino all’ampia zona «pseudo pedonale » di piazza Duomo e via Orefici in cui il transito delle carrozzine è in realtà reso difficoltoso dalla presenza di alti marciapiedi. «Purtroppo le segnalazioni sono le stesse da anni e la situazione nel tempo migliora di poco, con ritmi lentissimi», dice Franco Bomprezzi, il portavoce di Ledha che in una lettera al Comune ha lamentato il caso «vergognoso e inaccettabile» del Castello Sforzesco, dove le barriere impediscono le visite a chi non può camminare, riaprendo il dibattito sulla disabilità a Milano e sulla fruibilità della città anche in vista di Expo 2015.
L’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, annuncia per settembre la creazione di una «mappa interattiva e navigabile» delle barriere architettoniche in città, che sarà composta proprio in collaborazione con Ledha, punto di partenza di un piano triennale di adeguamento delle strutture. «La città per decenni è cresciuta facendo finta che i disabili non esistessero — dice Majorino — ora si tratta di invertire rotta. Col bilancio 2012, pur avendo pochissimi soldi, un segnale lo abbiamo dato, adesso si tratta di andare avanti». Palazzo Marino ha aumentato da 39 a 43 milioni la spesa ordinaria annua per i servizi sulla disabilità (dal trasporto agli accompagnamenti) e per l’anno in corso l’assessorato ai Lavori pubblici ha stanziato 7 milioni per la rimozione delle barriere. «In accordo con gli altri assessorati e con le associazioni, stabiliremo ora una scala di priorità negli interventi, sicuramente affronteremo il caso
del Castello», dice l’assessore Lucia Castellano, che ha imposto l’accessibilità per i disabili anche negli appalti di ristrutturazione delle case comunali. Un ruolo fondamentale lo avranno le nove Zone amministrative «chiamate a segnalare gli interventi più urgenti», dice Castellano.
Fulvio Santagostini, presidente di Ledha Lombardia, parla di «segnale positivo e soprattutto doveroso, visto che una città senza barriere è accessibile anche per bambini e anziani, non solo per le persone con disabilità, nell’ottica di quanto previsto dalle leggi nazionali». La norma sull’handicap del 1986 imporrebbe alle città di strutturare un «piano di conversione » delle strutture (dai marciapiedi ai musei) per renderle accessibili a chi si muove in carrozzina o a chi ha altri deficit
sensoriali. Il Peba, così si chiama, parte proprio dalla mappatura delle barriere, a Milano non è mai stato realizzato. Altre amministrazioni, da Ferrara a Reggio Emilia fino a Portogruaro, hanno sviluppato piani articolati e completi, premiati in ambito europeo. Palazzo Marino si muove adesso, con venticinque anni di ritardo e con la scadenza di Expo che incombe.

di Franco Vanini

Fonte: La Repubblica.it

16/08/2012