Permessi e congedi: le circolari di INPS e Dipartimento Funzione Pubblica

Permessi e congedi: le circolari di INPS e Dipartimento Funzione Pubblica

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BERGAMO. Le storie sono tante, ognuna diversa dall’altra. C’è Luca, che sin dalla nascita si porta il fardello di una tetraparesi spastica distonica, ha difficoltà a muoversi e a parlare, ma è un tipo sveglio, che ha voglia di studiare e si è iscritto al liceo. C’è Chiara, una sedicenne con sindrome di Down, ha la passione per la cucina e frequenta una scuola professionale. E ancora Matteo, un ragazzo autistico dalle mille risorse.

A unirli sono le lotte quotidiane che, insieme alle loro famiglie, devono affrontare per poter anche solo frequentare le lezioni. In modi diversi, ognuno di loro ha bisogno di assistenza, di un educatore che li aiuti a comunicare e a inserirsi nella classe, di qualcuno che li accompagni in bagno o li faccia salire in ascensore. Il percorso è lungo e comincia sin da piccoli, costruendo giorno dopo giorno legami con insegnanti, assistenti, medici, volontari. Crescendo, anche i problemi aumentano. «Per ogni diritto che andrebbe tutelato sono sempre lotte e palleggiamenti di responsabilità spiega Sergio Palazzo, del Coordinamento bergamasco per l’integrazione . Mancano le risorse economiche, ci viene ripetuto, ma questo è un momento di estrema confusione, una dolorosa fuga dalle responsabilità. Lo Stato ormai è del tutto assente sul tema disabilità, la Regione Lombardia sappiamo in quale situazione si trovi, le giunte provinciali vengono sciolte». Così succede che, una volta terminata la scuola dell’obbligo, tutto quello che si era costruito vacilli. Non ci sono soldi per assistenti in classe «ad personam», e anche il trasporto casa-scuola non va mai dato per scontato da un anno all’altro. «I ragazzi sono titolari di diritti inattaccabili, le famiglie non devono farsi carico dei costi commenta Giovanni Merlo, della Lega per i diritti delle persone con disabilità . Noi consigliamo di far ricorso contro le istituzioni, è l’unico modo per ottenere ascolto, ma per i genitori è un atto di violenza, si trovano a sostenere spese legali perché sia garantito il diritto allo studio dei loro figli». È la strada che in tanti stanno seguendo. L’ultimo caso approdato in commissione provinciale è quello dei genitori di due ragazzi disabili di Seriate, supportati dall’Associazione Tempo di Agire. «Cinque anni fa ci eravamo rivolti al Tribunale di Bergamo, era l’unica via raccontano dall’Associazione . Non ce l’abbiamo con la Provincia, per noi l’importante era garantire il servizio d’assistenza. Se si consente ai ragazzi disabili di andare alle superiori bisogna anche dar loro la possibilità concreta di farlo. Non si può restare sempre col fiato sospeso. È successo anche quest’anno: fino al giorno prima che la scuola cominciasse non sapevamo se il servizio sarebbe partito. Non chiediamo la luna, solo che un minimo d’ore d’assistenza siano garantite». Ai genitori dei due ragazzi e al Comune di Seriate la Provincia deve risarcire 15.400 euro, incluse le spese legali sostenute. L’alternativa, per le famiglie, è dover tenere a casa i figli, o pagare educatori a 12-15 euro l’ora, isolando i ragazzi da importanti legami sociali. «Portiamo avanti battaglie da anni, a Bergamo un pò di risultati li abbiamo ottenuti dice Palazzo .

Ma ogni volta si deve ripartire da zero, nessun diritto è mai acquisito. Ci sono famiglie disperate perché non riescono a pagare i servizi». Intanto Luca, Chiara, Matteo e tanti altri ragazzi devono superare ostacoli ogni giorno. «Mia figlia ha bisogno di cure mediche dice la mamma di Chiara , e dovrei fornirle ogni giorno stimoli che le facciano fare passi avanti: un viaggio, un corso di cucina, la palestra, un aiuto nello studio. Io e mio marito messi insieme prendiamo 1.300 euro al mese. Mi dice come si fa?».

Fonte: Il Corriere della Sera.it

12/11/2012