ROMA – Pericolo sventato. Colf e badanti sono escluse dall’indennità di licenziamento, introdotta con la riforma del lavoro targata Fornero. […] L’annuncio di una circolare esplicativa è stato dato dal segretario generale della Cisl pensionati, Gigi Bonfanti, ed è confermato dall’ufficio stampa del ministero del lavoro. «Accogliamo con soddisfazione la precisazione di escludere le famiglie dal pagamento dell’indennità di disoccupazione in caso di licenziamento delle collaboratrici domestiche» commenta Bonfanti.
Si mette così la parola fine ad una vicenda che rischiava di diventare un problema serio per le famiglie che usufruiscono di collaboratrici domestiche, baby sitter o badanti. Per finanziare l’Aspi, la nuova assicurazione per l’impiego, entrata in vigore dal primo gennaio scorso, la riforma prevede tra l’altro anche l’obbligo per i datori di lavoro di pagare un contributo di 473 euro all’anno, fino a un massimo di 1.400 euro, nel caso di licenziamento del dipendente. La legge sembrava non fare alcuna distinzione tra le varie categorie di datori di lavoro, aziende o famiglie. Quindi vi rientrava anche il pensionato assistito dalla badante, o la famiglia con bambini piccoli che si fa aiutare dalla baby sitter. Tra l’altro c’è da notare che la cifra versata dal datore di lavoro non va al dipendente, ma all’Inps per alimentare il fondo Aspi.
Nei giorni scorsi si era levata alta la protesta dei sindacati confederali e anche della Fidaldo, la federazione italiani dei datori di lavoro domestico. La Cgil Spi-Cgil aveva parlato di «allarme badanti». Anche perché, spiegava, «l’importo dovuto non tiene conto delle diverse tipologie di lavoro e resta del tutto invariato sia che la badante licenziata abbia lavorato per poche ore alla settimana sia che abbia lavorato per otto ore al giorno».
La decisione di escludere i datori di lavoro di colf e badanti dal versamento dell’indennità di licenziamento, commenta Bonfanti, «ci sembra un primo passo nella correzione della riforma Fornero che, in molti casi, ha danneggiato anziché favorire le categorie più deboli e più svantaggiate. Ci auguriamo che questo sia solo il primo passo, anche per il governo che verrà, verso l’adozione di misure rivolte ad un Welfare che riesca concretamente a risollevare la condizione di vita di pensionati e famiglie che, al momento, sono costretti a vivere in situazioni di disagio e difficoltà».
Fonte: Disablog.it
11/02/2013