Trasporto disabili, navette gratuite per l’ultimo Angelus del Papa

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Alla prima serata di Sanremo 2013 il cantante si è esibito sul palco insieme all’interprete Lis Renato Vicini. Uno spettatore sordo: "Un’esperienza completamene diversa rispetto ai sottotitoli: molto più simile a quella di chi la canzone può ascoltarla"

ROMA – "A bocca chiusa", a con gli occhi aperti: ieri sera, sul palco dell’Ariston, una delle due canzoni interpretate da Daniele Silvestri è stata tradotta simultaneamente in Lingua dei segni. La canzone che ha passato il turno, peraltro: una canzone che parla di scioperi, di diritti, di manifestazioni: una canzone dal sapore "rivoluzionario", come rivoluzionaria è stata la scelta di salire sul palco insieme a Renato Vicini, interprete Lis. Una scelta importante, per Daniele Silvestri, che in un’intervista a Federica Gentile, dietro le quinte di Sanremo, ha dichiarato: "Studiare la lignua dei segni è importante sia per rispetto, ma anche perché ho scoperto, facendo lezione, che questa lingua apre molto la testa, dà ricchezza. Sarebbe intelligente da parte nostra considerarla".

Ancora molto poco viene invece considerata, la Lingua dei segni, dai programmi televisivi, che ricorrono per lo più alla sottotitolazione. Come ci spiega un socio sordo dell’Ens, l’Ente nazionale dei sordi, che ha apprezzato molto la scelta di Silvestri. "L’interpretazione in Lis è stata davvero utile – ci spiega – perché è un’esperienza completamente diversa dalla lettura dei sottotitoli di una canzone. Attraverso la Lingua dei segni, riusciamo a cogliere l’espressione e le emozioni, quindi abbiamo un’esperienza più simile a quella di chi può ascoltare una canzone". Il festival di Sanremo è interamente sottotitolato ma, come ci spiega il socio dell’Ens, "è un servizio molto scadente, sopratuttto perché i sottotitoli vengono trasmessi in ritardo rispetto all’esecuzione della canzone. Potete provare voi stessi, per rendervi conto della differenza. Sarebbe quindi importante, per noi sordi, che gli interpreti Lis fossero più utilizzati nelle trasmissioni televisive e che questa lingua entrasse anche nella musica italiana, grazie ad esperienze come questa, o come quella del rapper sordo Eugenio Scarlato.

Fonte: Superabile.it

14/02/2013