Terapia della bambola: un aiuto non farmacologico per disturbi psichiatrici e demenza

Terapia della bambola: un aiuto non farmacologico per disturbi psichiatrici e demenza

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Fortunatamente, infatti, dalle Marche non arrivano solo notizie di contestati provvedimenti – come quello da noi denunciato, che rischia di portare a un ritorno all’istituzionalizzazione – ma anche risultati assai positivi, come il via libera all’Unità Spinale Regionale, dopo più di dieci anni di battaglie lunghe e tortuose, che hanno visto in prima fila l’APM (Associazione Paraplegici Marche)

L’Ospedale Torrette di Ancona, ove sorgerà l’Unità Spinale Regionale delle Marche
Più di dieci anni di battaglie – seguite via via anche dal nostro giornale – tanta fatica, ma ora un risultato che si può certamente definire “storico” per la Regione Marche: con la Delibera di Giunta Regionale n. 1009 del 9 luglio scorso, infatti, è stato dato il via libera all’istituzione dell’Unità Spinale Regionale, all’interno della Divisione di Neurochirurgia degli Ospedali Riuniti Torrette di Ancona, al termine di un percorso legislativo alquanto travagliato, durato, come detto, più di dieci anni e durante il quale anche l’APM (Associazione Paraplegici Marche) ha ricoperto un ruolo fondamentale.
«La lesione del midollo spinale – come spiega infatti Roberto Zazzetti, presidente dell’APM e della Consulta Regionale per la Disabilità delle Marche – rappresenta una delle più complesse e invalidanti patologie, con un importante impatto bio-psico-sociale per la persona che la subisce, oltreché per la propria famiglia e per la comunità di riferimento. In tal senso, i dati epidemiologici testimoniano di un’incidenza annua delle lesioni al midollo spinale di 18-22 nuovi casi per milione di abitanti, per una popolazione complessiva che si aggira intorno ai 75.000 casi presenti sul territorio nazionale. Per la maggior parte si tratta di lesioni di natura traumatica, dovute a incidenti stradali (54%) o a infortuni sul lavoro (20%), con interessamento, soprattutto, di persone per lo più giovani e attive».
«La complessità della condizione clinica, psicologica e sociale che può derivare da una lesione al midollo spinale – prosegue Zazzetti – richiede necessariamente un trattamento ugualmente complesso e globale, che può essere garantito solamente da un intervento multidisciplinare e opportunamente integrato all’interno delle Unità Spinali, strutture sanitarie ad alta specializzazione, che più di tutte riescono a rispondere ai bisogni di cura delle persone con lesioni al midollo spinale».
Appare quindi quanto meno motivato l’entusiasmo per il provvedimento della Giunta Regionale, tramite il quale viene riconosciuta alla nuova struttura da una parte l’autonomia amministrativa, dall’altra percorsi di cura appropriati, stabilendo di conseguenza gli standard clinico-riabilitativi con i quali dovranno essere prese in carico le persone con para o tetraplegia.
«È certamente un momento “storico” – sottolinea il Presidente dell’APM – per la Regione Marche e per le persone che come me sono interessate da una lesione al midollo spinale; è stato certamente un percorso lungo e a tratti tortuoso, che in tanti aspettavamo si concretizzasse con un atto formale sottoscritto dalla Giunta Regionale. Desidero per questo esprimere un sentito ringraziamento a quanti hanno voluto accompagnarci in questo lungo viaggio e alle Istituzioni Regionali che non sono rimaste sorde alla domanda di salute rivendicata dai tanti cittadini della nostra Regione costretti a vivere con una para o una tetraplegia».

Per quanto poi riguarda la scelta della sede, l’Ospedale Torrette di Ancona è stato ritenuto la struttura sanitaria più idonea, valutando fondamentalmente una serie di condizioni favorevoli, quali la presenza di un servizio di elisoccorso, la natura di DEA (Dipartimento di Emergenza, Urgenza e Accettazione) di secondo livello e più in generale la presenza di un contesto strutturale, professionale e storico-culturale sufficientemente competente. Tutto ciò, secondo Zazzetti, «ha permesso di superare alcune iniziali resistenze, dovute principalmente a questioni banalmente campanilistiche, facendo alla fine prevalere il senso di responsabilità di tutti gli attori chiamati in causa e portando ai risultati sperati».

Da ricordare infine che in tutto il percorso di implementazione dell’Unità Spinale di Ancona non è mancato nemmeno il supporto politico e il contributo di esperienza della FAIP (Federazione Associazioni Italiane Paratetraplegici), cui l’APM aderisce da tempo e che fin dalla propria costituzione si batte per la promozione in Italia del diritto alla salute e per la tutela delle persone con lesione al midollo spinale.
Grande soddisfazione è stata espressa quindi anche da Vincenzo Falabella, presidente della FAIP, per «un ulteriore tassello che viene collocato nel sistema dei servizi territoriali dedicati alla cura, all’assistenza e alla presa in carico delle persone italiane con lesione al midollo spinale italiane».
Il Presidente della FAIP, inoltre, ha voluto riconoscere l’ottimo lavoro svolto a livello territoriale da parte dei cittadini marchigiani, che ha incoraggiato a proseguire sulla stessa strada. «La direzione è quella giusta – ha dichiarato Falabella – benché esista ancora tanta strada da fare perché si possa parlare di un sistema veramente integrato di servizi; non bisogna dimenticare, infatti, che l’appropriatezza e la qualità dell’intervento nella fase clinico-diagnostico-terpeutica sono momenti irrinunciabili, ma propedeutici al raggiungimento di un soddisfacente livello di autonomia e qualità di vita della persona, per il quale intervengono tante altre condizioni, a partire dal corretto funzionamento dei servizi socio assistenziali e di sostegno alla persona stessa e alla sua famiglia. Solo dunque con un’adeguata integrazione sociosanitaria (Ospedale-Persona-Territorio) si potranno porre le basi per una corretta inclusione sociale delle persone con disabilità». (S.B.)

Fonte: Superando.it

22/08/2013