L’annuncio di Salvatore Usala in una lettera aperta ai ministri Lorenzin, Saccomanni e Giovannini. "Il sottosegretario Fadda – riferisce – ha definito fantascienza il nostro progetto, che garantirebbe risparmi allo Stato e una vita migliore ai malati"
ROMA – Riprende la protesta dei malati di Sla: in testa il Comitato 16 novembre, capitanato dal suo segretario Salvatore Usala, che annuncia un presidio permanente a partire dalla mattina del 22 ottobre, davanti al ministero dell’Economia. Avrebbe infatti incassato una bocciatura secca da parte del sottosegretario alla Salute Paolo Fadda, il progetto "Restare a casa", elaborato e proposto, a più riprese, dal comitato 16 novembre, che raccoglie malati di Sla di tutta Italia e le loro famiglie. E’ quanto fa sapere Salvatore Usala, segretario del Comitato, che torna a rivendicare le proprie ragioni in una lettera aperta inviata alcuni giorni fa a diversi rappresentanti istituzionali, tra cui i ministri Lorenzin, Saccomanni e Giovannini. "Abbiamo fatto numerosi incontri con rappresentanti del Governo, ultimamente, tutti con un nulla di fatto – denuncia Usala – Il Sottosegretario Fadda dice che le nostre proposte sono ‘fantascienza’. Tuttavia lo stesso Fadda è impegnato da 20 anni per lo sviluppo dell’assistenza domiciliare, in Sardegna è stato uno dei fautori del ‘modello Sardegna’, che ha portato al dimezzamento dei posti in Residenze sanitarie assistenziali (dati Istat) e ad un’assistenza domiciliare adeguata ai bisogni, con un dimezzamento dei costi: lo stesso modello da noi proposto".
Riproponendo le priorità delle persone disabili, individuate dal Comitato e alla base del progetto, Usala le sintetizza così:
Assistenza domiciliare adeguata alla gravità, fino a garantire la presenza, vigile 24 ore su 24, senza differenza fra regioni;
I fondi devono andare direttamente ai disabili senza intermediazioni;
Libertà di scelta per chi decida per il ricovero in RSA e simili;
Assistenza svincolata dall’Isee familiare;
Riconoscimento economico e previdenziale del caregiver familiare, anche ai fini di un prepensionamento per lavoro usurante;
Aggiornamento ed approvazione dei Lea.
La proposta elaborata dal Comitato prende le mosse da un dato economico: "In Italia la sanità spende 18 miliardi di euro per finanziare le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) e simili – spiega Usala – Tale spesa è triplicata dal 2000 perché è l’unica offerta che la maggior parte delle regioni offre. Solo alcune propongono in alternativa Piani assistenziali individualizzati (Pai)". La proposta è quindi quella di "destinare 4,5 miliardi di euro per un massiccio ritorno in famiglia di malati e anziani che lo desiderano". Precisamente, il 50% della cifra andrebbe alle famiglie che riprendano in carico il paziente. Si risparmierebbero in questo modo "2,25 miliardi di euro da destinare al mancato aumento 2013 dell’iva per 2,1 miliardi di euro. Rimangono 2,4 miliardi di euro che arriverebbero a 3,2 miliardi con pensioni, indennità di accompagnamento e mancate rette dovute che il paziente s’impegna a destinare al PAI per il 50%".
Il comitato è quindi di nuovo sul piede di battaglia e pronto per un presidio permente, giorno e notte. In assenza di risposte entro il 29 settembre, "attueremo lo sciopero della fame in loco e almeno 60 malati gravissimi da casa. Se non bastasse attueremo lo sciopero della sete con morte certa in 48 ore".
Fonte: Superabile.it
19/09/2013