Comunque oggi “un’equipe chirurgica di Msf e’ entrata nella Striscia di Gaza per fornire cure chirurgiche essenziali alle persone gravemente ferite durante le ultime tre settimane di intensi combattimenti – recita la nota di Msf – tra l’esercito israeliano e Hamas. L’equipe internazionale e’ fatta di 6 persone: un chirurgo vascolare, un chirurgo ortopedico, un anestesista, un infermiere di sala operatoria, un logista e un coordinatore”. L’equipe e’ stata costretta ad aspettare dieci giorni a Gerusalemme prima di ottenere le autorizzazioni dal governo di Israele e le garanzie di sicurezza dall’esercito israeliano per entrare attraverso il valico di Erez nella parte settentrionale della Striscia di Gaza, una zona molto pericolosa ed esposta. “Msf non ha ottenuto l’autorizzazione per entrare da altri valichi – si aggiunge – l’equipe e’ entrata insieme a un convoglio del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) e si e’ diretto verso Gaza City, dove Msf gestisce una clinica post-operatoria e fornisce scorte mediche agli ospedali”. Ma un cargo con 21 tonnellate di materiale medico giunto il 15 gennaio dall’Europa e destinato a Gaza e’ “ancora fermo all’aeroporto Ben Gurion fuori Tel Aviv, in attesa dei controlli doganali – si legge nella nota – tra il materiale bloccato all’aeroporto ci sono farmaci, antibiotici, anestetici, bende, materiale chirurgico e due tende gonfiabili che possono ospitare sale chirurgiche e un’unita’ di terapia intensiva con dieci letti dove l’equipe chirurgica di Msf dovrebbe lavorare. Sempre oggi, un’altra equipe di tre persone (un chirurgo, un anestesista e un coordinatore) si sta dirigendo dal Cairo, in Egitto, verso Rafah, una citta’ sul confine meridionale della Striscia di Gaza”. Una volta entrati nella Striscia di Gaza “si dirigeranno a nord verso Gaza City – prosegue la nota – tuttavia, l’Egitto richiede un’approvazione scritta da parte del loro governo per gli stranieri che vogliono entrare a Gaza, misura burocratica che crea ritardo negli ingressi. Una terza equipe di Msf (un chirurgo, un infermiere, un logista e un coordinatore d’emergenza) giungera’ a Rafah lunedi’: cercheranno di entrare a Gaza e, a seconda delle condizioni di sicurezza, valuteranno i bisogni nel sud della Striscia”. Poiche’, “molti feriti e malati sono intrappolati nelle loro case, lo staff medico palestinese di Msf continua a rischiare la propria vita per visitare i pazienti nelle loro case fornendo consultazioni e cure mediche per quanto possibile – conclude la nota – Fino al 14 gennaio sono state curate in questo modo 317 persone, tra cui 92 sotto i 15 anni e 56 donne. Una calma relativa a Gaza venerdi’ ha permesso una maggiore attivita’ alla clinica post-operatoria di Msf a Gaza City. Le cliniche di Msf a Beit Lahia nel nord della Striscia di Gaza e a Khan Younis nel sud rimangono chiuse a causa della violenza e dell’estrema insicurezza”.
fonte: salute.agi.it – redattore r.f. – Informa disAbile – comune.torino.it
19/01/2009