Medicina: Dna e ormoni spiegano perché autismo bersaglia lui

Medicina: Dna e ormoni spiegano perché autismo bersaglia lui

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Dna e ormoni sotto accusa. E’ proprio l’interazione tra una predisposizione genetica e alcuni fattori ormonali a spiegare perche’ l’autismo e’ una malattia ‘al maschile’: si manifesta con una frequenza quattro volte maggiore nei maschi. Stessi colpevoli all’origine dell’insorgenza piu’ tardiva della schizofrenia nelle donne (a differenza degli uomini tendono a mostrare un secondo picco di incidenza in coincidenza con la menopausa). Lo rivela una ricerca italo-spagnola, pubblicata online su ‘Neurobiology of Disease’ e firmata dai ricercatori del Laboratorio di neuroscienze dello sviluppo dell’Universita’ Campus Bio-Medico di Roma. Il gruppo, diretto da Flavio Keller, ha lavorato in collaborazione con colleghi dell’Ebri-Fondazione Santa Lucia di Roma, del Dipartimento di farmacologia ed endocrinologia dell’Universita’ di Milano, del Centro di neuroscienze dell’universita’ di Torino e l’Istituto Cajal di Madrid. I ricercatori hanno dimostrato che occorre fare attenzione alla differente esposizione del sistema nervoso centrale ad alcuni ormoni sessuali nel periodo fetale e perinatale, durante i quali si sviluppano i circuiti nervosi. In particolare, operando in laboratorio su modelli animali, si e’ studiata una mutazione genetica che interferisce con la funzione della relina, una proteina che coordina lo sviluppo e la plasticita’ dei circuiti nervosi ed e’ implicata sia nella schizofrenia che nell’autismo. I test hanno mostrato che la mutazione del gene della relina produce la perdita di cellule nervose del cervelletto, ma solo per i maschi. I soli ad aver evidenziato un alterato profilo di neurosteroidi (ormoni estradiolo e testosterone). Gli scienziati hanno riscontrato inoltre che una singola applicazione di estradiolo, il principale ormone sessuale femminile, facendo aumentare la produzione di relina, blocca la perdita di cellule nervose nel cervelletto dei soggetti maschi portatori della mutazione. Questi esperimenti, oltre a fornire una potenziale base neurobiologica per spiegare le differenze tra uomo e donna nelle manifestazioni cliniche dell’autismo e della schizofrenia, “suggeriscono anche – si legge in una nota del Campus Bio-Medico – nuove vie per un potenziale trattamento preventivo”. Fonte: Adnkronos 16 / 07 / 2009

Fonte: nonsoloabili.org

18/07/2009