Le aziende non assumono disabili”, L’Anmic lancia un grido d’allarme

Le aziende non assumono disabili”, L’Anmic lancia un grido d’allarme

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Franco Bomprezzi interviene sul caso esploso nella metropoli lombarda: «Furbizie che vanno contrastate»

Credo di poter parlare a ragion veduta della questione dei contrassegni per la circolazione e la sosta delle persone con disabilità (per la burocrazia sono ancora semplicemente gli «invalidi»). Ho infatti sulle spalle 59 anni di esistenza in sedia a rotelle. Guido dal 1972 e per qualche decennio non ho incontrato particolari difficoltà. Il numero dei contrassegni era evidentemente limitato, e le regole venivano rispettate. Il pass infatti si può utilizzare ed esporre solo se la persona disabile è a bordo, non solo in quanto guidatore (come nel mio caso), ma anche come persona accompagnata. Perché allora da qualche anno in tutta Italia è esploso questo fenomeno, intollerabile e quasi incontrollabile? Le ragioni sono molte. Prima di tutto la realizzazione delle cosiddette «ztl», ossia le zone a transito limitato, nei centri storici. Doverosamente la legge prevede che le persone con disabilità «vera» possano accedere quasi ovunque, transitando anche nelle corsie riservate ai mezzi pubblici e taxi.

Ma è ovvio che a questo punto il pass diventa estremamente appetibile per chi non vuol rinunciare all’auto in centro, ancor più se l’accesso alle «ztl» è a pagamento (come a Milano con l’Ecopass). E qui nasce il fenomeno della truffa e della furbizia. Non è corretto parlare di «falsi invalidi», perché nessun truffatore si spaccia per invalido. Anzi, i furbi, o le furbe, salgono e scendono aitanti dalle vetture, adducendo le scuse più banali e meschine, senza alcuna vergogna. Il secondo fattore che ha favorito l’abuso è legato alla concessione – corretta – del contrassegno anche a persone molto anziane, ben più numerose dei disabili, che vengono certificate invalide e incapaci di deambulare. I familiari colgono al volo questa opportunità, magari per compiere qualche commissione per i nonni rigorosamente confinati in casa. Gli spregiudicati troppo spesso restano impuniti. Almeno fino ad ora.

Ai numeri già molto alti forniti dal Corriere si devono infatti aggiungere i contrassegni rilasciati dagli altri Comuni che gravitano su Milano. I quasi mille contrassegni intestati a defunti sono poca cosa rispetto all’abuso di chi è vivo. Il danno sociale che si compie è però enorme nei confronti delle persone disabili che hanno pieno diritto al pass. Si diffonde nei cittadini l’idea che si tratti di un «privilegio». E si crea il sospetto che tutti coloro che lo utilizzano siano in realtà dei truffatori. È importante, perciò, l’azione sistematica avviata adesso dall’assessore Marco Granelli e dai vigili urbani di Milano con il mio piccolo contributo di idee e di esperienza. La riprovazione sociale, l’educazione civile, e anche la repressione in base alle norme vigenti, vanno di pari passo. Sono certo che fra qualche tempo, senza clamore, ci accorgeremo che il fenomeno è rientrato sotto il livello di guardia. E finalmente anche io potrò trovare un posto libero. Senza angoscia.
Franco Bomprezzi
consulente per le politiche sulla disabilità del Comune

Fonte: Corriere.it

04/08/2011