La mia vita da paraplegico. Un ex istruttore di paracadutismo racconta la sua condizione su YouTube. E altri lo seguono.

La mia vita da paraplegico. Un ex istruttore di paracadutismo racconta la sua condizione su YouTube. E altri lo seguono.

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Ci siamo, una volta ancora: "Falsi invalidi, un conto da 90 milioni", è il titolo di un articolo della «Stampa» dei giorni scorsi, che mette subito il lettore in condizione di recepire l’associazione tra "invalidità e falsità", tra "invalidità e costi della comunità". Il tutto, naturalmente, basato solamente sui dati prodotti dall’INPS, che ormai da mesi il nostro sito ha dimostrato essere fittizi e usati strumentalmente. Senza mai dimenticare, poi, che handicap e disabilità – e i giornalisti che si occupano di questo dovrebbero saperlo benissimo – non vengono accertate tramite un’autocertificazione, ma con un verbale firmato da tre professionisti

Ho letto con piacere, ma anche con disappunto, il bell’articolo sulla «Stampa» del 15 otobre (pagina 25), intitolato Falsi invalidi, un conto da 90 milioni, che trae spunto da un recente fatto di cronaca.
Il piacere è dato dalle indubbie capacità professionali estrinsecate dall’autore Raphael Zanotti nell’articolo, velate solo dall’univocità della fonte dei dati citati (l’INPS).

Iniziamo dunque dal titolo, che poi è ciò che il normale lettore legge per primo e fissa inconsciamente nella sua memoria. Falsi invalidi, un conto da 90 milioni: ci siamo! Il lettore recepisce l’associazione tra invalidità e falsità, quella tra invalidità e costi per la comunità. Sopra, poi, si rincara la dose, dichiarando che «La lotta ai finti disabili ha portato in un solo anno ad avere 371 mila domande di assistenza in meno».
Che esistano "falsi invalidi" è indubbiamente vero, come è altrettanto vero che esistono politici ladri, medici truffatori, preti pedofili e (mi si perdoni l’azzardo) giornalisti disonesti. A nessuno, però, viene in mente di definire insistentemente quella dei medici una "congrega professionale di mallevadori", gli uomini di religione "una setta di perversi", i pubblicisti "una massoneria di assoldati al potere".
Per i politici è un po’ un discorso a parte. Basta leggere i giornali, vedere i telegiornali, scorrere i settimanali ed è un elenco interminabile di malefatte quasi istituzionalizzate. Ma anche con tutto ciò non è lecito condannare in blocco "la categoria".

Sarebbe allora bello che anche le persone con disabilità non venissero più indicate come "causa di ogni male economico per la società", fruitrici di indebiti agi pensionistici, "diabolicamente astute" nel gabbare le leggi e l’INPS e soprattutto quei "poveri medici" delle Commissioni preposte alla certificazione dell’handicap e della disabilità. Handicap e disabilità, ricordiamocelo talvolta – e anche il giornalista Zanotti lo sa benissimo, mentre magari qualche lettore distratto e fortunato (perché non ha persone con disabilità in famiglia) probabilmente non lo sa – che sono accertate non da un’autocertificazione, ma da un verbale firmato, se ben ricordo, da tre professionisti.
Per sentire "l’altra campana" sui reali costi delle verifiche INPS, sul contenzioso legale che ha creato, sul parere degli stessi medici dell’INPS e sulla mendacità di certe dichiarazioni di uomini di governo e di alti dirigenti di enti, invito Rapahel Zanotti, e invito i suoi lettori, a visionare i molti articoli apparsi in Superando.it, il portale edito dalla FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap che raggruppa decine di associazioni di persone con disabilità, e in particolare gli articoli del direttore responsabile, il giornalista Franco Bomprezzi (Ma chi paga per questa vergogna? [cliccare qui, N.d.R.]) e quello del direttore editoriale Carlo Giacobini («Falsi invalidi»: tra bugie e incompetenza [cliccare qui, N.d.R.]).

Venendo al piano umano e personale, io sono padre di una ragazza con disabilità gravissima di 24 anni, che rappresenta l’essenza e il significato della mia vita.
Dopo ogni notte trascorsa in assistenza a mia figlia (naturalmente senza dormire, perché lei "necessita di assistenza continua 24 ore su 24 ed è incapace di compiere autonomamente gli atti indispensabili al mantenimento in vita") è per me un raro piacere "scappare" dieci minuti di casa, recarmi a un bar vicino, prendere cappuccino e cornetto e leggere velocemente «La Stampa», per tenermi informato sui fatti del mondo. Tale piacere, purtroppo, è venato di tristezza nel leggere quotidianamente le storie di ordinaria disonestà di poche persone con finta disabilità che agli occhi dei media finiscono per rappresentare emblematicamente un’intera categoria (orribile termine!) sociale.
Con i migliori auguri a Raphael Zanotti per i suoi articoli.

di Giorgio Genta (Padre di Silvia. Presidente dell’ABC Liguria (Associazione Bambini Cerebrolesi) e dell’Associazione Dopodomani ONLUS).

Fonte: Superando.it

18/10/2011