Un’altra conferma della validità della scoperta del prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara) sulla possibile correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) e la sclerosi multipla (SM), patologia gravemente invalidante che colpisce oltre 61.000 italiani, con esordio prevalente tra i 20 e i 40 anni e dunque nel pieno delle loro attività.
Trieste, 14/12/2011 (informazione.it – comunicati stampa) E’ stato pubblicato sul numero di ottobre della rivista medica "Georgian Medical News" un piccolo ma interessante studio intitolato "Trattamento endovascolare di pazienti con insufficienza venosa cronica cerebro spinale e sclerosi multipla". Un team universitario di medici operanti in Georgia e negli Stati Uniti ha effettuato una venografia in 4 pazienti affetti da diverse forme di sclerosi multipla che ha rivelato la presenza di stenosi della regione prossimale della vena giugulare (destra o sinistra). I ricercatori hanno quindi effettuato in tutti i pazienti un intervento di angioplastica percutanea transluminale (PTA). Non si sono osservate complicazioni e le principali stenosi sono state ridotte dopo la PTA dal 59,75% al 36,75%.
Il successivo follow-up includeva le osservazioni cliniche e la risonanza magnetica (MRI). In tutti i casi i ricercatori hanno osservato una positiva remissione della malattia, il primo caso mai documentato di miglioramento dell’indice di risonanza magnetica.Secondo gli autori, la PTA sembra essere un trattamento efficace per i pazienti con CCSVI e sclerosi multipla. Tuttavia, sono necessari studi randomizzati per poter stabilire l’efficacia di questo nuovo trattamento per la SM.
Dunque un’altra conferma della validità della scoperta del prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara) sulla possibile correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) e la sclerosi multipla (SM), patologia gravemente invalidante che colpisce oltre 61.000 italiani, con esordio prevalente tra i 20 e i 40 anni e dunque nel pieno delle loro attività. E’ ora auspicabile che lo studio multicentrico randomizzato "Brave Dreams" promosso dalla Regione Emilia Romagna e dalla Fondazione Hilarescere possa partire quanto prima onde poter confermare i dati osservazionali finora raccolti dagli altri studi.
Fonte: geomednews.org
19/12/2011