PESCARA. Una lunga fila di taxi, incolonnati a motori spenti davanti all’ingresso della stazione ferroviaria e incorniciati da cartelli di protesta e bandiere dei sindacati di categoria. La mobilitazione dei conducenti è partita ieri mattina alle 8 ed è andata avanti per l’intera giornata. Corse sospese sull’intero territorio, fatta eccezione per il trasporto di disabili, donne in stato di gravidanza o utenti che necessitano di cure mediche urgenti. Per tutti loro non solo il servizio è garantito, ma è anche completamente gratuito. I tassisti pescaresi hanno scelto questa forma di protesta per dire no alle liberalizzazioni. In queste ore i rappresentanti dell’Uritaxi (Unione di rappresentanza italiana dei tassisti), il sindacato che difende la categoria, e del Co.ta.pe. (Consorzio taxi Pescara), stanno decidendo se unirsi o meno al movimento dei «forconi» per fare fronte comune contro le nuove norme che secondo loro andrebbero a penalizzare i più deboli. In attesa di una decisione unitaria, ben il 95 per cento dei tassisti ha aderito alla mobilitazione. Diversi i cartelli esposti, come quello portato a braccia da Francesco Marchionne, che recita: «Sacrifici ne facciamo, alla nostra morte non ci stiamo». «Vogliamo una licenza, un territorio e un solo tassista per turno», rimarca l’autista, «perché con le nuove leggi la nostra categoria è destinata a morire». I tassisti raccontano di un servizio che «funziona alla perfezione», al punto che «le tariffe non hanno subìto aumenti dal 2001» nonostante i rincari di carburante, l’aumento delle assicurazioni e le spese di manutenzione dei mezzi. «Ne abbiamo già parlato con il sindaco», sottolineano Michele Giovanetti, presidente del Co.ta.pe, e Antonio Abagnale, presidente Uritaxi, «quello che non vogliamo è il controllo delle licenze da parte dell’Authority. Così finiremo nelle mani di una nuova lobby. Invece deve essere il Comune ad avere l’ultima parola sulle licenze perché è il sindaco a conoscere il suo territorio e il nostro servizio». Complessivamente si stima che il numero di mezzi in città sia già in sovrannumero e quindi, con la concessione di nuove licenze e nessun controllo sui prezzi, il timore è di trovarsi con l’acqua alla gola per il proliferare di abusivi.
Fonte: Il Centro
26/01/2012