GENOVA – […] Stefania e Sabrina Rao ricordano: «Mio padre viene convocato alla visita per l’accertamento di invalidità e handicap dalla Asl 3 il 13 ottobre 2010». Apparentemente è autonomo, cammina ancora, la malattia è nella prima fase, ma gli effetti precipitano in modo repentino e non solo nel caso di Rao. La commissione però valuta il “momento”, non la malattia e boccia la richiesta. «Passano ben sette mesi per avere questa risposta – rammentano i familiari – Viene riconosciuta l’invalidità ai soli fini assistenziali ma non l’assegno di accompagnamento (poco meno di 500 euro) e non viene riconosciuta la legge 104».
Per assisterlo la figlia prende ferie, permessi non retribuiti. Salvatore Rao si aggrava. «Il 16 giugno 2011 col patronato facciamo la richiesta di aggravamento e per il riconoscimento dell’handicap». Si potrebbe fare ricorso al giudice civile, ma i tempi si allungherebbero. Questione di vita decorosa e di assistenza. Chi è malato e chi gli è vicino deve fare anche queste scelte. Rao viene visitato a domicilio il 5 luglio 2011. Le sue condizioni sono ormai gravi. A dicembre 2011 «mio padre è ricoverato per una decina di giorni alla Gigi Ghirotti per l’aumento delle secrezioni tracheo-bronchiali per cui gli viene prescritto l’uso della macchina della tosse (la famosa Pegaso). Ad oggi la Asl 3 non passa questo ausilio salva vita».
Sette mesi dopo la visita per l’aggravamento arriva la risposta dall’Inps che accoglie però solo «l’accompagnamento» ma non l’handicap e la legge 104. Salvatore si spegne il 28 gennaio scorso. Il 4 gennaio il patronato conferma alla moglie e alla figlia che «fino a quando non riceviamo comunicazioni in merito io non posso inoltrare la richiesta per i 3 giorni di permesso cui avrei diritto per assistere mio padre».
Salvatore vola via. La burocrazia è impietosa, i tempi pure: «A oggi non abbiamo ancora ricevuto l’indennizzo per l’accompagnamento». Un “arretrato” sulla morte e la dignità non rispettata. Con un autosconto da parte delle istituzioni sanitarie e previdenziali: il periodo coperto dall’assegno è solo quello successivo all’accertamento dell’aggravamento. Prima Rao non ne era degno anche se la sua malattia era degenerativa e ad esisto infausto.
Fonte: Disablog.it
07/02/2012