Giornata mondiale, in Italia 38 mila persone con sindrome down

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E’ un sito interamente dedicato al tema della sessualità e della disabilità: non tanto un luogo di ricerca del partner, ma uno spazio libero per potersi raccontare. Abbiamo chiesto a Franco Bomprezzi e Antonietta Laterza un’impressione sull’iniziativa di Maximiliano Ulivieri. Il giornalista: "Pericoloso confinare sessualità e disabilità nello stesso contenitore". La cantautrice: "C’è possibilità di dialogo e confronto"

BOLOGNA – "Conosco Ulivieri per il suo sito sul turismo accessibile, ma devo dire che sono un po’ perplesso su questa nuova idea di Love Ability. I siti monotematici sulla disabilità sono sempre un problema, e in passato ne abbiamo avuto diverse riprove…". Franco Bomprezzi, giornalista e scrittore, è perplesso sul progetto di un sito dedicato a sesso e disabilità. Non discute sulla necessità di molte persone disabili di scambiare informazioni ed esperienze, ma un sito proprio no. Il web è rischioso, e la troppa esposizione mediatica può fare ombra a un progetto più profondo: "Ho paura perché la sessualità è proprio uno dei tabù intorno a cui ruota la discriminazione nei confronti dei disabili – continua Bomprezzi, che oggi è anche consulente sull’handicap della giunta comunale di Milano -; bisogna inoltre distinguere tra sessualità e affettività, e penso sia pericoloso confinare entrambe nello stesso contenitore". Morbosità e ignoranza, possono fare molti danni. E Bomprezzi ne è consapevole, cita esempi e storie di cui è venuto a conoscenza. "È capitato che persone disabili diventassero preda dell’ossessione di alcuni maniaci del web, fenomeno conosciuto col nome di devoting, in forte aumento negli ultimi anni. Spesso il problema della sessualità tra i disabili nasce nelle famiglie, nell’età dell’adolescenza, perché non sanno come affrontare l’argomento e proiettano le proprie insicurezze sui figli".

Mancano poco più di due settimane alla messa on line di Love Ability, e già le polemiche sono accese. Segno che il tema è caldo, e l’attenzione è alta: "Il rapporto con la genitorialità è difficile per i disabili – spiega ancora Bomprezzi – tanto più che spesso il sentimento di protezione che sviluppano i familiari sconfina oltre il tempo naturale dello sviluppo". In conclusione, secondo Bomprezzi, "di sessualità e disabilità si parla ancora troppo poco, l’informazione tradizionale ci ignora e rimaniamo confinati in pochi siti specializzati che la maggior parte della gente non segue".

Di tutt’altra idea è Antonietta Laterza, bolognese, cantautrice e autrice teatrale che ama definirsi "diversamente abile come tutti": "Il progetto di Ulivieri può aprire tante nuove possibilità. Oggi di sessualità si parla abbastanza, anche se si può fare di più, e, nonostante sia sempre stata un tabù, ora vedo possibilità di dialogo, di confronto. Finalmente si è strappato questo velo di ipocrisia". La sessualità, per disabili e non, secondo Laterza, non è solo piacere carnale; è un modo di esprimere se stessi tramite i sentimenti: "La persona con disabilità ha molte insicurezze sulla propria bellezza ma anche sulla propria capacità erotica. D’altra parte è anche molto sensibile e riceve ogni emozione attraverso un maxi amplificatore: pensiamo anche a chi diventa disabile a causa di un incidente, dopo aver vissuto per anni una vita sessuale normale. Non è giusto che cambi abitudini se le condizioni fisiche lo permettono. Anche una carezza o uno sguardo fanno la differenza".
di Giulia Maccaferri

Fonte: Superabile.it

31/03/2012