Sostegno scolastico: le sentenze non bastano, genitori in piazza

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In Italia 1 bambino su 1.200 nasce con sindrome di down. Il 61% dei down che vivono in Italia ha più di 25 anni. L’aspettativa di vita è di 62 anni e, grazie alla sviluppo della medicina, è destinata ulteriormente a crescere
 
ROMA. In Italia un bambino su 1.200 nasce con la sindrome di down. Grazie allo sviluppo della medicina e alle maggiori cure dedicate a queste persone la durata della loro vita si è molto allungata così che si può ora parlare di un’aspettativa di 62 anni, destinata ulteriormente a crescere in futuro. Secondo una stima dell’Aipd (Associazione italiana persone down), vivono in Italia circa 38 mila down di cui il 61% ha più di 25 anni. Le cause precise che determinano l’insorgenza della sindrome di down sono ancora sconosciute. Numerose indagini epidemiologiche hanno comunque messo in evidenza che l’incidenza aumenta con l’aumentare dell’età materna: inferiore a 30 anni 1 su 1.500; 30-34 anni 1 su 580; 35-39 1 su 280; 40-44 anni 1 su 70;oltre 45 anni 1 su 38. L’altro fattore di rischio dimostrato è avere avuto unp recedente figlio con la sindrome.

Le anomalie cromosomiche, soprattutto le trisomie, sono un evento abbastanza frequente che interessa circa il 9% di tutti i concepimenti (alla nascita però solo lo 0,6% dei nati presenta un’anomalia cromosomica a causa dell’elevatissima quota di embrioni che va incontro ad un aborto spontaneo). L’incidenza delle anomalie cromosomiche in generale, e quelle della Trisomia 21 in particolare, è assolutamente costante nelle diverse popolazioni, nel tempo e nello spazio. Tutte le possibili ipotesi eziologiche formulabili (agenti chimici, radiazioni ionizzanti, infezioni virali, alterazioni metaboliche o endocrine materne) non sono state mai avvalorate dalle molte ricerche condotte.
 
Fonte: redattore sociale

22/03/2012