Avere un figlio disabile over 26 non dà diritto alla detrazione nel pagamento dell’Imu, come nel caso di un figlio under 26. A denunciare l’ingiustizia burocratica è Luciano Bacchin, pensionato di 68 anni, residente a Preganziol. L’uomo, che vive con una figlia disabile psichica di 39 anni, dovrà pagare circa 275 euro di Imu, la discussa imposta municipale unica. Bacchin lancia dunque una protesta, non solo per la sua famiglia che già vive una situazione quotidiana con sfide ben più difficili di altri, ma a nome di tutte le famiglie che hanno dei disabili a carico.
«Io vivo con mia figlia disabile di trentanove anni», spiega il pensionato, «ma non ho diritto a nessun tipo di detrazioni. A me non sembra giusto, perché se il figlio in casa avesse meno di ventisei anni, allora 50 euro di detrazione dall’Imu ce li avrei». Certo, le frodi e le truffe ai danni dello Stato in materia di disabilità sono note alle cronache, ma Bacchin puntualizza proprio sulla necessità di dare una mano o almeno un segnale di attenzione verso le famiglia dei disabili. «Mia figlia è disabile psichica al 100 %», continua il papà trevigiano, «insomma qui parliamo di disabili veri. E in un caso del genere non abbiamo diritto a nessun tipo di detrazione? Perché non è possibile? Perché non è stato previsto?».
Bacchin si sente senza aiuto, perché al momento non ha trovato né risposte alle proprie domande, né soluzioni ai problemi. «Certo, si tratterebbe di una detrazione di 50 euro», ha riflettuto il pensionato, «ma sarebbe una mano, una piccola mano e un grande segno di attenzione verso noi, familiari che ci occupiamo di disabili. Insomma sarebbe una forma di “rispetto” verso me, mia moglie e mia figlia, insomma verso quelle famiglie che vivono situazioni difficili». La figlia di Bacchin, oltre ai problemi psichici, ha anche un’importante scoliosi e l’osteoporosi che l’affligge. Una ragazza fragile, sia mentalmente, che fisicamente, dunque. «Devo così pagare le rate dell’Imu per un totale di circa 275 euro senza detrazioni», aggiunge sconsolato il papà, «per un appartamento per il quale finirò di pagare il mutuo fra due anni e mezzo».
L’Imposta municipale unica ha fatto discutere in tutta Italia non appena è “nata” per volere del governo Monti. Con l’anno 2012 è stato imposto ai proprietari di case e immobili di effettuare nuovamente il calcolo di un’imposta sulla casa e di versare in due rate secondo le scadenze del 15 giugno 2012 per il pagamento dell’acconto (che slitta al 18 essendo sabato) e del versamento dell’acconto di dicembre. Molte le proteste anche da parte dei Comuni, che non potranno “tenere” per sé tutti i soldi ricavati da questa nuova imposta. L’amministrazione centrale dovrebbe percepire il 3,8% dell’aliquota sul 7,7% totale dei versamenti che interessano le seconde case. Per le prime case gli introiti resterebbero ai Comuni che dovranno però provvedere a finanziare gli interventi di facilitazione, le agevolazioni previste per alcune categorie di contribuenti. Proprio per dare una mano ai cittadini, alcuni Comuni hanno predisposto uno sportello ad hoc e altre iniziative per il pagamento della prima rata d’acconto. (sa.b.)
Fonte: la Tribuna di Treviso – 30 maggio 2012
«Si chiede a persone disabili, incapaci di intendere e di volere, residenti in case di cura per gravi problemi di salute fisica e mentale di pagare la tassa Imu sulla casa con l’aliquota raddoppiata perchè non sono residenti (ma questo per motivi di salute gravi) nella loro abitazione» […]
Fonte: il Tirreno
Segnalato da: disablog.it
07/06/2012