FUORIGROTTA, via Giulio Cesare, una calda mattinata d’agosto. I passeggeri attendono l’autobus sotto la pensilina infuocata. Dieci, venti minuti di attesa, poi passa il primo bus. La gente si accalca per salire sul mezzo. Tra la folla in attesa c’è anche un disabile in carrozzella. Viene travolto, non riesce a salire. Ma non si arrende. Si ribella con tutte le sue forze, cerca di farsi largo tra la gente. Ma nessuno lo aiuta a superare l’ostacolo più grande, lo scalino del bus. Così, prende il coraggio a due mani e si piazza davanti al mezzo. Solo, armato solo del suo coraggio, ferma il bus, non gli consente di partire. Chiede di salire, non si muoverà da lì se non glielo consentiranno. Le macchine continuano a sfrecciare ai lati della strada. L’autobus resta inchiodato sull’asfalto. Alla fine però, è costretto a rinunciare. Con la sua carrozzella indietreggia e va via. Finalmente libero, l’autista ingrana la marcia e se ne va.
Fonte: La Repubblica
18/08/2012