BARI. Si chiama «globalismo affettivo» ed è la nuova tecnica, made in Bari, per aiutare i bimbi da tre a sei anni con difficoltà di apprendimento. A idearla e diffonderla in tutta Italia è stato Vito De Lillo, maestro di scuola elementare di 63 anni. «Sono 30 anni che ho cominciato questa sperimentazione – racconta De Lillo – l’idea mi è nata quando, nel rione San Paolo, incontrai alunni di quinta elementare che non sapevano ancora leggere e preferivano stare in strada piuttosto che a scuola». De Lillo ha quindi cominciato con il «commodore 64» (uno dei primi pc) a elaborare percorsi digitali che poi sono diventati multimediali, per insegnare ai bambini, a cominciare dagli alunni con problemi di apprendimento o di disabilità, un nuovo modo di leggere e scrivere. Basato sul riconoscimento delle lettere dell’alfabeto attraverso la fantasia e l’immaginazione. «Così – prosegue De Lillo – è nato il globalismo affettivo. I bambini entrano nel mondo delle lettere in cui le lettere nascono. Interpretano delle storie, dei personaggi, che si trasformano appunto nell’alfabeto. La stessa aula diventa un palcoscenico con la maestra come regista. In questa maniera i bambini imparano non solo a conoscere le lettere ma anche a parlare e a comunicare sia oralmente sia con gesti, e alla fine il metodo permette di sviluppare potenzialità utili alla crescita». Il globalismo affettivo è indirizzato a bambini di scuola dell’infanzia, dai tre ai sei anni. Diverse le tecniche utilizzate, a cominciare da software multimediali che consentano ai più piccoli di entrare già in contatto con il mondo dei pc. Il metodo viene praticato in 300 scuole pugliesi, una decina a Bari, 20mila i bambini coinvolti, 2mila gli insegnanti che lo stanno sperimentando. «Quest’anno – annuncia De Lillo – stiamo includendo nel globalismo affettivo anche i bimbi di prima elementare che si trovano ancora in difficoltà». La sperimentazione ha avuto il via libera della Regione Pugia, dell’Ufficio scolastico regionale e dell’Università Aldo Moro. La facoltà di Scienze della Formazione e la clinica universitaria di Neuropsichiatria infantile hanno chiesto un allargamento del monitoraggio per comprenderne maggiormente gli effetti. Il metodo sarà anche inserito nei corsi di studio e di formazione per i futuri insegnanti. «Questo studio – scrivono in una lettera alcuni professori di Neuropsichiatria infantile del Policlinico – è valido ed efficace nella disabilità. L’aspetto motivante e socializzante del metodo favorisce l’integrazione scolastica dei bambini disabili che spesso sono inibiti e insicuri; la gradualità e la semplicità facilita l’apprendimento nei bambini affetti da ritardo mentale; l’impostazione fonematica lo rende adatto ai bambini con disturbo del linguaggio perché ne migliora le abilità metafonologiche; l’uso del computer vicaria i deficit motori e stimola gli aspetti percettivi facilitando l’apprendimento nelle paralisi cerebrali». Importanti i risultati anche sui bambini autistici. Ora il globalismo affettivo varcherà i confini della Puglia: centinaia le scuole interessate in Italia, a cominciare dalla Basilicata e dalla Campania.
di Samantha Dell’Edera
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
09/01/2013