L’atleta campano, amputato alla gamba destra e assistito dal centro protesi Inail di Vigorso di Budrio, attraverserà a nuoto il canale di Rottnest, il prossimo 23 febbraio. E’ l’ottava tappa della sua iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della disabilità
ROMA – Alla fine del Quattrocento i grandi navigatori attraversavano i mari del globo in cerca di nuove terre e ricchezze da conquistare e, spingendosi oltre i propri limiti, coraggiosamente salpavano verso l’ignoto. Oggi, quello che ispira la nuova "impresa" di Salvatore Cimmino, 49enne atleta disabile di Torre Annunziata che il 23 febbraio attraverserà a nuoto il canale di Rottnest in Australia, è la voglia e la determinazione di superare altri confini: quelli con cui devono confrontarsi ogni giorno le persone con disabilità. "L’obiettivo che mi sono posto con le mie nuotate in giro per il mondo è sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle difficoltà che ogni giorno devono affrontare le persone con disabilità – spiega Salvatore – Il disabile deve diventare una risorsa per la società, deve poter occupare il suo posto con dignità, deve poter contribuire alla crescita sociale ed economica".
A nuoto intorno al globo. "Partirò dalla costa ovest dell’Australia, nei pressi della città di Perth e attraverserò a nuoto il canale di Rottnest fino a raggiungere l’isola omonima. Sono 19,7 km", continua. Questa è l’ottava tappa dell’iniziativa ideata da Salvatore "A nuoto nei mari del globo. Per un mondo senza barriere e senza frontiere", una "maratona" dei mari di cui è stato protagonista in questi anni e che lo ha portato a nuotare, citando alcuni esempi, nelle acque gelide dello stretto di Cook in Nuova Zelanda (2011), in quelle difficili perché ricche di gas del lago di Kivu in Congo (2012), o in quelle insidiose del Rio Paranà in Argentina (2011). Questa volta, però, Salvatore non nuoterà in solitaria come in passato: la traversata del canale di Rottnest, è un appuntamento "open water" molto amato in Australia, e ogni anno dal 1956 si svolge nel mese di febbraio. "Questa volta ho voluto far coincidere la mia impresa con un evento importante nel nuoto di fondo. E’ un tratto di mare difficoltoso, c’è molta corrente e l’acqua è fredda, ma io non vedo l’ora di tuffarmi. Voglio mostrare al mondo che il disabile può raggiungere qualunque obiettivo: finora questo messaggio è stato raccolto e diffuso, anche dai media, in tutti i luoghi in cui sono stato. Spero che accadrà anche questa volta".
Passione, record e una medaglia. Salvatore Cimmino, assistito del centro Inail di Vigorso di Budrio, ha subito l’amputazione della gamba destra a 15 anni a causa di un osteosarcoma. La passione per il nuoto è arrivata più tardi, a 40 anni; allora ha iniziato a nuotare, su consiglio di un medico, per risolvere alcuni problemi alla schiena. Da quel momento non ha più smesso e, bracciata dopo bracciata, si è inventato con tenacia un percorso intorno al mondo per raccontare la sua storia. Prima il Giro d’Italia a nuoto nel 2007, poi nel 2009 quello d’Europa, fino all’attuale progetto che ha preso il via nel 2010. Nel frattempo, Salvatore si è anche concesso un regalo: il 31 luglio 2009, ha attraversato la Manica in 9h50 min. battendo il record italiano di tutti i tempi. Si allena per circa 4 ore ogni giorno al Circolo Aniene a Roma, dove lavora e vive con la sua famiglia, mentre durante i weekend i suoi allenamenti continuano ad Orvieto. Per il suo progetto e i valori che rappresenta, Salvatore ha ricevuto dal presidente Napolitano una medaglia ufficiale. "Un riconoscimento che mi ha riempito di gioia e di orgoglio, che mi spinge ancora di più ad impegnarmi per la causa che cerco di sostenere da anni: abbattere tutte le barriere che impediscono alle persone con disabilità una reale integrazione e una vita dignitosa e produttiva" sottolinea Cimmino.
L’importanza della ricerca e dell’innovazione tecnologica. E dopo Rottnest ha già in programma altre sfide: nuoterà in Messico ad aprile e farà il giro delle Cinque Terre in Liguria a luglio. Ma Salvatore con il pensiero va ancora oltre. Il suo sogno è realizzare la traversata Miami-Cuba: 167 km e nessuno ci è mai riuscito. "Se qualcuno sostenesse questa mia iniziativa, partirei subito. Servirebbe per donare due protesi a una giovane amica disabile senza arti: le consentirebbero di essere autonoma e condurre una vita dignitosa. Gli ausili non sono solo un aiuto, ma sono anche uno strumento terapeutico per minimizzare le limitazioni che le persone disabili incontrano nella vita di tutti i giorni". "La ricerca e la tecnologia hanno fatto passi da gigante nel campo dei sussidi protesici – conclude Salvatore – e in molti Paesi del mondo questa realtà consente di avere protesi tecnologicamente avanzate che migliorano nettamente la qualità di vita di un disabile. I progressi della ricerca scientifica in questo campo sono fondamentali e possono davvero fare la differenza".
Fonte: Superabile.it
08/02/2013