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Il puzzle è un gioco antico, inventato addirittura intorno al 1760 in Inghilterra. Eppure non è mai passato di moda, e tante generazioni hanno giocato impegnandosi in questo rompicapo.

Un recente studio effettuato dall’università di Chicago ha evidenziato però che fare puzzle non è soltanto un divertimento: permette ai bambini di sviluppare le abilità spaziali.

La ricerca ha riguardato 53 coppie bambino-genitore, provenienti da diverse condizioni socioeconomiche. Ai genitori è stato chiesto di interagire con i loro figli come avrebbero fatto normalmente  durante le attività quotidiane a casa e sono stati filmati per sessioni di 90 minuti ogni 4 mesi tra i 26 e i 46 mesi di età del bambino; circa la metà dei bambini dello studio sono stati visti giocare con i puzzle almeno una volta. Successivamente, raggiunti i 54 mesi di età, sono stati somministrati dei test per accertare le loro abilità nel ruotare e traslare le forme utilizzando ad esempio il “mental transformation task”.

Come spiega la psicologa Susan Levine, uno dei massimi esperti sullo sviluppo delle capacità matematiche nei bambini, è emerso che coloro che hanno giocato con i puzzle hanno ottenuto migliori risultati nei test rispetto a quelli che non ci hanno giocato. Un buon risultato nei test è incoraggiante, perché l’abilità di trasformare mentalmente le forme è un importante predittore delle prestazioni nelle discipline STEM (acronimo americano di: Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).

La ricerca ha anche evidenziato una particolarità: i genitori con un reddito economico più alto impegnavano più frequentemente i figli con i puzzle rispetto agli altri.

Un’altra curiosa differenza è che tra coloro che hanno ottenuto i migliori risultati nei test, i maschi hanno superato le femmine.

Una possibile spiegazione può essere data dal fatto che, come è stato osservato, i genitori dei bambini, rispetto a quelli delle bambine, hanno utilizzato maggiormente un linguaggio di tipo spaziale durante il gioco, erano più coinvolti e proponevano puzzle più complicati. Ma la psicologa Susan Levine ha affermato che per dare risposte più certe sarà necessario effettuare ulteriori studi, in particolare per determinare se il gioco del puzzle e il parlare di concetti spaziali è correlato causalmente allo sviluppo delle abilità spaziali.

L’importante conclusione a cui si è comunque arrivati è che coinvolgere sia i maschi che le femmine nel gioco del puzzle può supportare lo sviluppo di un aspetto cognitivo che è implicato nel successo delle importantissime discipline STEM.

Fonte: Stateofmind.it

08/02/2013