Sostegno: come e quando richiederlo

Sostegno: come e quando richiederlo

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Vengono pedinati da Carabinieri e Guardia di Finanza, accusati di truffa, sbattuti in prima pagina o mostrate ai telegiornali, guardati con sospetto da vicini e conoscenti. Eppure, fatti salvi i veri casi di frode, molto spesso si tratta solamente di persone che col tempo sono riuscite ad acquisire una buona autonomia nonostante il proprio deficit visivo. L’Unione italiana ciechi alza la voce contro la "campagna persecutoria" in atto.

ROMA. Era stata accusata di essere una falsa cieca, poi dopo 20 giorni il Tribunale del riesame ha sovvertito la prima decisione. Nel frattempo però la sua storia era finita sulla stampa e in televisione, e la sua dignità è stata profondamente ferita. Ora lei, iscritta alla sede catanese dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, parla di vera e propria persecuzione nei confronti dei veri ciechi: "Sono stata perseguitata, e violata nella mia privacy, solo perché salivo le scale da sola. Che dobbiamo fare, andare a dire nelle sedi istituzionali che siamo ciechi? Questa è una violenza e un’umiliazione". E contro quella che definisce una "campagna persecutoria" chiede all’Uici sostegno e protezione. Perché, argomenta la signora, se si è ciechi e si lotta, si cerca di superare i propri limiti e si riesce a fare una o più cose in autonomia, un tempo ti dicevano "bravo", oggi invece bisogna avere paura.

E’ questa una delle testimonianze presentate dall’Unione ciechi e ipovedenti, che ieri a Roma ha provato ad affrontare il tema dei veri o presunti "falsi ciechi" raccogliendo voci ed esperienze, facendo delle distinzioni, ribadendo che l’Uici va contro la slealtà dei truffatori e quindi difende e supporta coloro che ciechi lo sono davvero ma che al tempo stesso non è giusto che siano tollerate azioni persecutorie. "Vogliamo gettare un po’ di luce su questo tema così sentito", spiega il presidente dell’Unione Tommaso Daniele.

Antonino Asta, anche lui siciliano, nel 2008 è stato denunciato da un vicino di casa: recepisce l’indennità che spetta a un cieco totale – questa l’accusa – mentre è solo ipovedente. Un truffatore nei confronti dello Stato, dunque. "Sono stato sbattuto in prima pagina perché salivo le scale, i 4 gradini che facevo ogni giorno, o perché tenevo un bambino in braccio! Mi è stato chiesto come facevo a tenere un bambino in braccio. Ora, dopo anni, c’è una perizia medico-legale depositata al Tribunale di Trapani che mi discolpa, riconoscendomi come cieco assoluto. Nel frattempo, quanti soldi ha speso lo Stato per fare questa indagine? Io auspico che l’Uic faccia campagne che facciano conoscere le capacità dei non vedenti, che i normodotati neppure immaginano. Forse è la necessità che ci porta a fare tante cose".

Nel febbraio scorso Roberto Castaldo, iscritto all’Uici di Roma, si è sentito bussare alla porta e si è trovato davanti i carabinieri. "Subito mi hanno chiesto perché avessi aperto, se riconoscevo la loro divisa, se vedevo luci e ombre, se avevo la badante – racconta Castaldo -. Mi hanno detto che qualcuno dentro al palazzo mi aveva segnalato per frode, mi hanno detto di stare attento". Con un po’ di vaghezza, come se – fa capire Roberto – quel maresciallo e l’altro carabiniere avessero timore a dire che erano venuti per effettuare un controllo. E dopo aver fatto molte domande al portiere del palazzo. "Non sono stati capaci di dirmi il vero motivo della visita". Prosegue Castaldo: "E’ giusto che ci siamo i controlli, ma vorrei che almeno fossero fatti non dai carabinieri ma da esperti che siano in grado di capire e giudicare davvero. Io mi muovo bene, ho il cane, so usare perfino la motosega… non si può giudicare superficialmente".

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