In crisi religiosa dopo la morte del fratello, disabile riceve telefonata di Francesco

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L’associazione ha sostenuto un gruppo di genitori della provincia di Como che ha vinto un ricorso al Tar di Milano. L’Azienda sociale della zona chiedeva 150 euro forfait per il trasporto dei minori. Laura Abet (Ledha): "È una sentenza che dà forza a chi vuole fare ricorso"

MILANO – Per le persone con disabilità andare ai centri diurni e a scuola è diritto. Non si possono sborsare 150 euro al mese per esercitarlo: il trasporto deve essere gratuito. È quanto ha stabilito una sentenza del Tar di Milano depositata il 18 luglio. Il caso è stato aperto nell’autunno 2012 da 15 genitori (di cui solo tre hanno portato il ricorso fino in fondo) di ragazzi disabili dai 6 ai 15 anni residenti nella provincia di Como. Questi i fatti: l’Azienda sociale centro Lario e Valli, ente pubblico che si occupa dei servizi alla persona nel distretto della provincia comasca, chiede per il trasporto a tutti i genitori, indistintamente, una quota mensile di 150 euro al mese. Così è scritto nel regolamento. Del fatto comincia ad occuparsi Laura Abet, legale di Ledha, e insieme a lei anche l’avvocato Franco Trebeschi, che nel 2011 aveva ottenuto un’importante vittoria su un tema analogo facendo ricorso al Tar di Brescia. Oltre alla gratuità del trasporto, la sentenza del Tribunale amministrativo sottolinea altri due aspetti. Il primo è proprio l’assurdo di una tariffa unica che non tiene conto della situazione economica dei singoli ortatori di disabilità e n on dei loro nuclei familiari:

"La previsione di una tariffa indistinta e il riferimento all’intero nucleo familiare anagrafico era illegittima", spiega Laura Abet. Il secondo invece riguarda il coinvolgimento delle famiglie e della associazioni nella stesura del regolamento dell’Azienda sociale. "È una sentenza importante dal punto di vista della giurisprudenza – commenta Abet -. Riuscirà a far avere meno paura ai genitori che vogliono fare ricorso contro i Comuni e gli assistenti sociali". Quel che non funziona, precisa Abet, è l’idea del voucher: un assegno che copre solo una quota delle esigenze di una famiglia con un minore disabile. "Per quello che va oltre l’assegno – dice -, va avanti solo chi ha le possibilità economiche".

Fonte: Superabile.it

01/08/2013