Accessibili (grazie ad alcuni accorgimenti) e di tendenza, una ventina di capi sfileranno sabato a Fieramilanocity. Sono realizzati da giovani stilisti e indossati da modelle e modelli con disabilità
ROMA – Tante sono per le persone nel mondo e innumerevoli sono le esigenze. Da questa consapevolezza nasce il progetto "Moda inclusiva": per riflettere sulla difficoltà a vestirsi delle persone con disabilità. E ne ha trovate moltissime. Un esempio fra gli altri è la necessità di un’etichetta in Braille che indichi il colore dell’indumento scelto, perché anche chi non vede ha il diritto di sentirsi bene con ciò che indossa. Una persona priva di un braccio deve poter chiudere la cerniera del suo giubbotto con facilità senza dipendere, per questo semplice gesto, da nessuno.
Sabato 12 ottobre 2013, ore 11.00, a Reatech Italia, al Mico Fieramilanocity, la rassegna dedicata a persone con esigenze speciali, sfileranno una ventina di capi realizzati da giovani stilisti partecipanti al concorso di moda inclusiva e indossati da modelle e modelli con disabilità. Abiti accessibili e di tendenza per una iniziativa organizzata dall’associazione Atlha onlus con i partner Governo di San Paolo, Canvas-Vestiti con l’anima e le collezioni sostenibili di Nicoletta Fasani. La sfilata sarà presentata dall’attrice Antonella Ferrari.
L’industria sostenibile rispetta l’essere umano. Esperienze recenti e dibattiti con specialisti hanno portato lo staff che ha creato il progetto "Moda inclusiva" a concludere che "la moda, quando è fatta su misura, migliora l’autostima delle persone con disabilità. Non è difficile capirne la ragione. In una persona che ha delle disabilità il fatto di indossare abiti belli e alla moda con facilità ha un valore prezioso che è l’autonomia, la possibilità di riuscire a vestirsi da solo".
Innovazione. Nel campo del design, ideare un tipo di moda completamente differente significa innovare, rompere barriere e essere all’avanguardia. Ideare la moda inclusiva può essere una sfida per i designer e per gli stilisti che si propongono di superare dei limiti e sperimentare materiali speciali. Chi disegna un capo e vuole renderlo "accessibile" dovrebbe prendere in considerazione alcuni piccoli accorgimenti: inserire anche etichette in Braille che indichino il tipo di capo, il colore; prevedere scolli elastici o più grandi per facilitare il passaggio della testa; evitare chiusure sulla schiena o che richiedano l’aiuto di qualcun altro; prevedere per camicie, pantaloni o gonne anche aperture totali laterali; utilizzare il velcro al posto delle cerniere; utilizzare le calamite al posto dei bottoni; maniche o gambali removibili con velcro per trasformare un capo velocemente e renderlo meno caldo; prevedere asole nelle giacche per i fili degli auricolari; utilizzare tessuti traspiranti e naturali. "Più la ricerca progredisce, più si trovano soluzioni. E la funzione del designer – dicono i promotori del progetto – è proprio questa: innovare sempre a beneficio della funzione e dell’estetica".
Fonte: Superabile.it
11/10/2013