Francesco: il prezzo che deve pagare un ragazzo disabile in Italia

Francesco: il prezzo che deve pagare un ragazzo disabile in Italia

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AREZZO. Due occhi che brillano, lo sguardo furbo incorniciato dai capelli rossi. E’ curiosa, ama conversare, odia i locali in cui non riesce a entrare in carrozzella. Ha creato un canale YouTube che si chiama Mitsu851. Ha già caricato 25 video, alcuni molto divertenti. Altri polemici. Parla di sé, dei suoi sogni, dei suoi problemi, delle sue passioni.
Frammenti di una vita che Ilaria condivide in Rete, non a caso. Perché vuole illustrare le difficoltà quotidiane della disabilità. Senza farne una missione, ma con semplicità e chiarezza. “Bisogna cercare di rendere le persone che hanno handicap autonome – spiega –, abbattere le barriere architettoniche. Non bisogna sensibilizzare gli altri ad aiutare me: per quanto posso, io vorrei potermi arrangiare da sola”.
Tra i disagi più recenti quelli riscontrati in un’escursione nella città alta di Arezzo. “Sono rimasta bloccata in piazza Grande, tra le mattonelle. E’ stato imbarazzante dover chiedere aiuto perché la carrozzina era incastrata”. Quindi l’invettiva contro la maggior parte degli esercizi cittadini. “Riesco ad entrare in uno ogni cinque, perché agli ingressi con scalini – senza pedane di accesso – è praticamente impossibile passare”.
L’ultimo video, caricato ieri, è un appello diretto al sindaco Fanfani, a cui la ragazza dice di aver anche scritto.
“Perché non viene come qualche volta ad Arezzo? – dice -. Sarà come andare sulle montagne russe, ma senza pagare il biglietto. Andiamo a prendere un caffè, offro io. Mi farebbe piacere se trascorresse una giornata con me. Non sarà facile, l’avverto, tra scossoni, buche, marciapiedi disastrati e posti in cui non si può accedere. Io sono Ilaria, ho 27 anni, sono di Arezzo. E rimango in attesa di una sua risposta”.
Ilaria è dolce ma graffia, se serve. E’ pratica e tagliente, come sa essere un aretino. Libera nel pensiero e di lingua svelta quando combatte le sue battaglie di giustizia. Non si nasconde, mette la faccia in tutti i suoi video. In quelli più teneri, in quelli più intimi. E anche in quelli delle accuse: agli amministratori e ai titolari degli esercizi pubblici.
Non lesina, poi, critiche a tutti quelli che non le si avvicinano per ignoranza: perché non sanno che il mondo Ilaria è lo stesso in cui abitano tutti gli altri. “Non faccio parte di una categoria protetta – spiega nel suo video più cliccato -. Ma a volte mi sembra di essere un’aliena”. Non c’è un modo esatto di approcciarsi ad una persona affetta da osteogenesi imperfetta. Ma di certo ce ne sono tanti sbagliati. “Odio essere trattata da bambina”, per esempio. “E’ umiliante. Ho 27 anni e sono una donna”.
Ma Ilaria non affronta il mondo ad occhi chiusi. “So benissimo di avere limiti fisici. Vorrei però che tutti coloro che sono affetti dalla mia stessa malattia fossero trattati, semplicemente, come uomini e come donne”. Perché la disabilità è negli occhi di chi guarda, come ama ripetere Ilaria.

di Mattia Cialini

Fonte: Arezzo.Notizie.it

10/01/2014