Pubblichiamo, di seguito, gli elaborati dei ragazzi della classe 3^ F della Scuola Secondaria di I Grado dell’Istituto Troiano Delfico di Montesilvano (PE). I ragazzi hanno voluto condividere con noi l’esperienza vissuta nell’ambito del progetto di sensibilizzazione sui diritti delle persone con disabilità realizzato dal nostro Ufficio nell’A.S. 2013/2014 attraverso delle relazioni davvero molto toccanti che noi abbiamo deciso di pubblicare sul nostro sito (una ogni giorno), per condividerle con quanti ci seguono ormai da anni in questo percorso.
Un grazie particolare alla professoressa Annalisa La Vella per la straordinaria sensibilità.
“Le terze dell’Istituto Comprensivo Troiano Delfico hanno partecipato al progetto sulla disabilità. I due esperti sull’argomento hanno fatto una lezione frontale con noi, mostrandoci sulla LIM alcuni power point e alcuni video che spiegavano il senso di questa parola “disabile”. Nel momento in cui ci hanno fatto delle domande, per aumentare la nostra attenzione ci hanno spiegato che una persona non è disabile di suo ma è la società che le mette addosso una “disabilità”. Ecco alcuni esempi: per salire sui marciapiedi, ci vogliono più rampe che non abbiano un piccolo scalino davanti, oppure le persone, che portano i cani a fare i bisogni, per esempio sui marciapiedi che poi resi diciamo inagibili per colpa di quella cacca. Il primo giorno in cui sono venuti ci hanno subito fatto riempire un questionario, per sapere il nostro pensiero sulla disabilità; quasi tutti hanno risposto che le persone disabili sono i down, gli handicappati, persone che non hanno il pieno funzionamento di alcune parti del loro corpo. Ma loro ci hanno spiegato che non esiste una persona con una disabilità, perché nulla è dovuto ad una persona. Inoltre ci hanno fatto fare un’esperienza fantastica sulla sedia a rotelle. Abbiamo dovuto attraversare strade, dossi e rampette per poi accorgerci di quanto sia difficile la vita per le persone sulla sedia a rotelle. Sempre nello stesso giorno, abbiamo fatto un’esperienza che mi ha colpito molto: una semplice passeggiata, bendati, accompagnati da persone cieche. Durante il percorso, la signora che mi accompagnava sapeva perfettamente dove si trovava e che cosa aveva a destra e a sinistra, più o meno ha azzeccato tutto tranne una ventola, scambiata per il motore di un motorino. Ma la cosa che mi ha colpito di più era la felicità sui loro volti, come se non li mancasse niente e fossero felici 10… Io ho fatto delle riflessioni a casa; prima dicevo ai miei compagni che mi stavano antipatici “down” ma ora non mi azzarderei più a dire una cosa del genere perché capisco quanto una persona si senta male quando sente pronunciare queste parole. Giudico questa come un’esperienza fantastica, che propongo a tutti.”
Edoardo Dottore 3^F
05/02/2014