Entra in vigore il nuovo indicatore, che per i promotori del ricorso è contrario alla Costituzione. "Tra i supporti considerati reddito sono incluse tutte le somme finora fiscalmente esenti, come quelle di cui le persone beneficiano per finalità assistenziali o risarcitorie"
ROMA – Un ricorso collettivo nazionale contro il nuovo Isee che entra in vigore oggi, affinché venga riconosciuto come incostituzionale. E’quello che da due giorni stanno organizzando associazioni di persone con disabilità e familiari di ogni parte d’Italia e che sta raccogliendo adesioni via web: a cominciare dal blog "Stop al nuovo Isee" , dove è possibile aderire al ricorso tramite apposito modulo da compilare entro il 28 febbraio. "C’è un’Italia che non ci sta al massacro dei disabili pur di fare cassa, e se la politica non è in grado di gestire questo Paese ci riuscirà la Giustizia!" dicono i promotori, che anche tramite i social network invitano all’adesione: "E’ necessario partecipare altrimenti il massacro continuerà: dobbiamo fermarli, e fare in fretta".
"Il nuovo Isee, varato il 3 dicembre scorso, Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità, è beffardamente discriminante e iniquo proprio nella misurazione dei redditi delle stesse persone disabili e delle loro famiglie. Non intendiamo fare una battaglia allo strumento Isee in quanto tale – dicono i promotori spiegando le ragioni del ricorso -, ma ciò che il Governo ha recentemente regolamentato risulta essere, a tutti gli effetti, uno strumento per far cassa proprio sui cittadini economicamente più esposti e fragili perché ciò che, per colmare uno svantaggio, con una mano viene dato, con l’altra viene ripreso".
Da oggi 8 febbraio 2014, infatti, tutti coloro che tenteranno di accedere, a condizioni agevolate per prestazioni sociali dovranno presentare il nuovo Indicatore della situazione economica equivalente come regolamentato dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 dicembre 2013, n. 159, pubblicato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.19 del 24-1-2014, il quale dovrà includere, e considererà reddito, qualsiasi supporto in denaro che lo Stato eroga, inclusi quelli nati per la rimozione degli "ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana" (articolo 3 della Costituzione Italiana).
Pertanto, denunciano le associazioni di persone disabili, "tra i supporti che verranno considerati reddito sono incluse anche tutte le somme finora fiscalmente esenti, come quelle di cui le persone beneficiano per finalità assistenziali o risarcitorie, incluse pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento, di frequenza, di comunicazione erogate agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordomuti, supporti in denaro per l’assistenza domiciliare erogati in forma indiretta alle persone con disabilità, assegni di cura erogati a persone non autosufficienti, supporti economici per il trasporto di persone con disabilità, pensioni sociali, pensioni di guerra, assegni percepiti per il mantenimento dei figli, borse di studio corrisposte a studenti universitari, rendite erogate dall’Inail per invalidità o per morte, buono casa erogato in denaro, e persino… – concludono i promotori del ricorso – i sussidi a favore degli hanseniani, ossia delle persone affette da lebbra!".
"Mi sono fatta due conti – scrive in queste ore una delle attiviste del ricorso e presidente del Coordinamento nazionale famiglie disabili gravi e gravissimi Maria Simona Bellini – e mi sono resa conto che se mi applicano questo nuovo Isee o non mando più mia figlia al centro diurno o mi toccherà pagare una compartecipazione del 30%, ossia 650 euro al mese. E non ho ancora analizzato tutto il resto… E quindi i 150 euro per le spese del ricorso li benedico ogni ora che passa".
Il ricorso, che punta al riconoscimento di incostituzionalità del decreto, è contro l’Amministrazione dello Stato – Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero del Lavoro e Ministero dell’economia e Finanza – e verrà presentato presso il Tar del Lazio che, per la sua particolare giurisdizione territoriale, potrà esprimersi per tutto il territorio nazionale. Potranno quindi partecipare tutti gli interessati indipendentemente dalla loro residenza. "Seguirà la nostra causa il professor Federico Sorrentino, noto avvocato costituzionalista e docente universitario" riferiscono dal comitato promotore, dove si ricorda che "i tempi utili per la presentazione del ricorso sono molto ravvicinati, in quanto legati alla recente pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale, della norma che intendiamo contestare. Dobbiamo quindi attivarci immediatamente e informare quante più persone possibile, soprattutto se sprovviste di internet".
Fonte: Superabile.it
10/02/2014