Lo si può fare, ad esempio, rendendo permanente una norma nata come transitoria, tramite una semplice nota ministeriale, sulla base del discutibile parere di un non ben identificato ufficio di consulenza giuridica, come denunciano due Deputate in un’Interrogazione rivolta al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, ove si parla di «migliaia di opportunità di lavoro sottratte alle persone con disabilità, pur essendo previste dalla Legge».
Questa è l’«illegittima reiterazione di una norma transitoria, a ben 15 anni dall’entrata in vigore della Legge 68/99 [“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, N.d.R.]», ciò che «costituisce un inaccettabile attacco al diritto al lavoro per le persone con disabilità, una palese violazione di legge, che sottrae ogni anno alle persone con disabilità migliaia di posti di lavoro [grassetti nostri in questa e nelle successive citazioni, N.d.R.]».
Lo scrivono le deputate Laura Coccia e Chiara Gribaudo in un’Interrogazione a Risposta in Commissione, rivolta al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, soffermandosi appunto su quella disciplina transitoria fissata nel 2000 dal Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) 333/00 (articolo 11, comma 2), «che aveva offerto ai datori di lavoro pubblici e privati – come si legge nell’Interrogazione delle due Parlamentari – la possibilità di computare nelle quote obbligatorie di riserva di cui all’articolo 3 della Legge n. 68 anche lavoratori di cui all’articolo 18, comma 2 della stessa, orfani, vedove e profughi assunti in base alla previgente normativa». “Transitoria”, si diceva, in quanto nel DPR 333/00 si precisava appunto che ciò sarebbe stato valido «fino all’entrata in vigore di una disciplina organica del diritto al lavoro dei soggetti di cui all’articolo 18, comma 2, della legge n. 68 del 1999, e comunque in via transitoria per un periodo di 24 mesi dalla data di entrata in vigore del presente regolamento».
E invece – denunciano Coccia e Gribaudo – «tale disciplina transitoria, pur non reiterata da alcuna norma di legge», è stata «comunque mantenuta in vigore […] impropriamente ed illegittimamente da una semplice nota del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, prot. n. 257/01.14 del 21 febbraio 2005, sulla base di un discutibile parere di un non ben identificato ufficio di consulenza giuridica di quella amministrazione».
La richiesta al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali è quindi di sapere «quali iniziative urgenti intenda assumere al fine di revocare la nota prot. n. 257/01.14 del 21 febbraio 2005, modificare conseguentemente il programma informatico utilizzato per l’invio e l’elaborazione dei prospetti informativi da parte dei servizi di collocamento e restituire ai lavoratori disabili le opportunità di lavoro previste dalla legge ed inopportunamente sottratte negli scorsi anni».
Fonte: Superando.it
27/02/2014