La battaglia della SOI

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Senza intoppi il primo viaggio da San Felice sul Panaro a Bologna della studentessa disabile di Giurisprudenza: "Sono contenta, ho risolto il mio problema". Da Rfi l’impegno a monitorare il servizio per poterlo estendere in futuro anche ad altre stazioni

 BOLOGNA – Lei si è fatta trovare sul binario della stazione di San Felice sul Panaro, il capotreno l’ha fatta salire sul vagone, l’ha sistemata nel posto attrezzato e le ha messo la cintura di sicurezza. Ad accoglierla alla stazione di Bologna, puntuale e nella sua giacca verde, c’era un addetto della Sala Blu. Si è svolto senza intoppi il viaggio di Elisa Bortolazzi, la ventenne che, per oltre un anno, ha chiesto a gran voce che la stazione del suo comune di residenza venisse attrezzata per i disabili per permetterle di raggiungere l’università di Bologna in autonomia e che, finalmente, ieri mattina ha potuto viaggiare in treno da sola.

Dopo un anno di richieste, una segnalazione che ha fatto il giro della stampa e l’intervento del governo, Rfi ha attivato in via sperimentale un servizio pilota che sfrutta al meglio la struttura della stazione di San Felice sul Panaro, attivo per tutti i disabili che viaggiano da e per il comune in provincia di Modena. Al momento però è solo Elisa, che studia Giurisprudenza all’Alma Mater, a sfruttare questo servizio. "Sono molto contenta e soddisfatta – dice – Se tutto andrà sempre bene come successo oggi, ho risolto il mio problema con le ferrovie". Per accertarsi che tutto si svolgesse come spiegato in quello che da Rfi è stato definito il "viaggio zero", in realtà, c’era la mamma di Elisa: "Non sono intervenuta in alcun modo ma per i primi giorni viaggerò con lei, solo per stare tranquilla. Dalla prossima settimana non la seguirò più", spiega.

Soddisfazione anche da parte di Rfi: "Il nostro non finisce oggi, anzi inizia da qui. Monitoreremo in modo costante, attento e severo il funzionamento del servizio in modo che, se procederà al meglio, si potrà standardizzare ed estendere ad altre stazioni. Tutto questo però – sottolineano – deve coincidere con la sicurezza dei viaggiatori". E fanno anche sapere che sono sempre di più le stazioni munite di ascensori, scivoli e marciapiedi adatti, così come sono in aumento i treni di nuova generazione che facilitano salita e discesa. "Portare questo tipo di servizio in altre stazioni – concludono da Rfi – significa aumentare l’autonomia delle persone a ridotta mobilità motoria e noi speriamo che tutto ciò sia possibile".

La Sala Blu di Bologna è una delle più attive sul territorio nazionale anche perché la città rappresenta uno snodo di scambio importante per i viaggiatori: nel 2013 infatti sono state gestite oltre 32 mila richieste da tutta la regione. Trend, dicono, in salita. Dopo la lezione pomeridiana di diritto commerciale Elisa è stata accompagnata in stazione dai mezzi della cooperativa Società Dolce che ha accettato la richiesta di trasporto della ventenne: 3 volte a settimana, andata e ritorno, dalla stazione all’università. Si conclude così l’odissea di Elisa, non più clandestina e su un treno accessibile. (irene leonardi)

Fonte: Superabile.it

27/02/2014