VIAREGGIO. Visto che il suo nome non fu mai reso noto, gli trovarono un soprannome. Lo chiamarono l’Uomo del Carroarmato (Tank Man) da un quarto di secolo: è il ragazzo che in piazza Tienanmen a Pechino, il 5 giugno 1989, per protesta pacifica si piazzò di fronte ai carri armati Tipo 59 del governo cinese, chiudendo loro la possibilità di avanzare. Jeff Widener (Associated Press) lo inquadrò dal sesto piano di un albergo, con un teleobiettivo che divorò gli ottocento metri, e così portò quella scena nella Storia. Paolo Marullo invece è The Bus Man, l’uomo che si piazza di fronte agli autobus. E ieri è accaduto per l’ennesima volta. Paolo è un giovane di Camaiore, disabile, costretto alla sedia a rotelle, che non rinuncia a vivere e lottare. Ieri era in Darsena, a Viareggio, e si è messo alla fermata dell’autobus di via Menini, la strada che collega gli approdi dei grandi velieri e alcuni cantieri prestigiosi, come i Benetti e i Perini, al palazzo dello sport. Voleva raggiungere piazza D’Azeglio e poi prendere una coincidenza per tornare a casa. In via Menini il mezzo di Vaibus (la società dei trasporti pubblici in Versilia) è arrivato puntuale, ma Paolo non ci è salito sopra, perché la pedana per issare la carrozzina del giovane disabile era difettosa. Paolo, mese dopo mese, di situazioni del genere ne ha vissute molte, troppe. E non ha mai rinunciato a protestare per quello che giustamente ritiene un diritto leso. Questa volta si è messo davanti al pullman con la sedia a rotelle, impedendo al mezzo di ripartire. Non era un tank minaccioso, con il cannone e le armi in torretta, ma insomma, il senso era quello: non avete ragione, non vi farò andare avanti. Qualche passante ha notato la scena e ha solidarizzato con Paolo; è stata chiamata la polizia municipale che è arrivata poco dopo, con una pattuglia di motociclisti e un’auto. In mezzo alla carreggiata di via Menini, The Bus Man non si è mosso di un centimetro e quando sono arrivati in Darsena i vigili urbani, ha ottenuto un primo risultato: è stato sollecitato l’intervento di un altro pullman. Alla fine il ragazzo è potuto salire sul mezzo di riserva: era trascorsa un’ora. Il problema è tutt’altro che risolto. Ma Paolo non cederà il passo.
Fonte: Il Tirreno.it
31/03/2014