Un’esperienza in provincia di Lecco. Si chiamano "adozioni lavorative" e servono per aggirare gli "esoneri" previsti dalla legge 68/99. L’azienda che non può inserire un lavoratore disabile, può sostenerlo in un altro contesto lavorativo, con una quota di 6.500 euro l’anno
ROMA – "Più lavoro più Europa più solidarietà" è lo slogan scelto dai sindacati Cgil Cisl Uil per festeggiare il primo maggio di quest’anno. Tanto resta da fare, però, perché questo slogan diventi realtà. Lo sanno bene i tanti giovani precari, ma lo sanno molto bene anche le tante persone disabili che, nonostante le tutele garantite dalla relativa normativa, ancora oggi restano escluse dal mondo lavorativo. Se da un lato infatti c’è una legge, la 68/99, che impone alle aziende obblighi di assunzione per queste categorie "protette", dall’altra è la stessa legge a prevedere la possibilità di "esonero" dall’obbligo, o in virtù delle caratteristiche dell’azienda (piccole dimensioni, lavoro particolarmente pericoloso o inadatto a persone disabili ecc.), o a causa delle gravi condizioni della persona disabile stessa. Circa il 40% delle persone con disabilità iscritte nei relativi elenchi di collocamento presentano infatti problematicità incompatibili con l’effettivo inserimento nel mercato del lavoro. Insomma, l’obbligo c’è, ma la legge stessa, in qualche modo, permette di aggirarlo.
La provincia di Lecco, però, ha trovato una nuova soluzione. Si chiama "adozione lavorativa" e prevede il sostegno del lavoratore, da parte dell’impresa impossibilità ad assumerlo, in un contesto lavorativo più adeguato alle sue condizioni. Concretamente, l’azienda che abbia stipulato una convenzione (art. 11 legge 68/99) ma non abbia la possibilità di inserire al suo interno un lavoratore disabile, si impegna ad "adottarlo", mettendo a disposizione un contributo annuo di 6.500 euro, suddiviso in due rate semestrali. Il servizio provinciale dedicato attiva quindi la ricerca di un contesto alternativo in cui inserire il lavoratore "adottato", facendosi carico di tutti gli adempimenti burocratici e amministrativi. L’azienda "ospitante" non dovrà far altro che accogliere al suo interno il lavoratore: non le toccherà alcun onere economico, ma anzi beneficerà di un contributo annuo di 500 euro, per il tempo dedicato alla persona disabile e agli operatori che lo seguono. Da parte sua, il servizio provinciale sosterrà l’inserimento attraverso il supporto di un tutor e l’erogazione di una Borsa Lavoro in favore della persona disabile.
Nella provincia di Lecco, dopo l’accordo con le rappresentanze sindacali e imprenditoriali e l’approvazione della Commissione unica provinciale, l’iniziativa ha acquisito una veste normativa attraverso una specifica delibera del Consiglio Provinciale. Fino a questo momento, sono 396 le "adozioni" che sono state attivate: 80 di queste sono sfociate in un regolare rapporto di lavoro.
Fonte: Superabile.it
02/05/2014