Sono mamma di una bimba con Sindrome di Down, dalla vita ho imparato ad essere umile anche se non riesco ancora del tutto, ma ci sto lavorando. Dalla mia bimba con Sindrome di Down di 11 anni ho imparato il significato di amore incondizionato, di tolleranza, di rispetto, mi ha insegnato ad amare me stessa così come amo lei, a vedere e riscoprire l’essenza delle cose, a gioire anche delle piccole conquiste, ad andare piano per scoprire che «dietro l’angolo c’è la felicità» (da La bella tartaruga) a non arrendermi di fronte alle difficoltà, alle amarezze, all’ignoranza mia e altrui…, mi ha salvata dalle mie manie di perfezione che stavano portandomi in un abisso di solo andata. Sì, mi ha salvata da me stessa ed insieme stiamo vivendo l’esperienza più bella, la conquista della consapevolezza! Ultimamente leggo articoli, post, commenti sull’ipocrisia di noi donne che abbiamo deciso di non abortire il nostro bimbo con Sindrome di Down invidiose di chi invece ha avuto il coraggio di farlo, del senso di colpa che si vuole insinuare nelle donne che invece hanno scelto di non far nascere il loro bimbo perché un test ha sentenziato una trisomia 21. Per favore basta!
Personalmente sono favorevole all’interruzione di gravidanza ma ad una condizione che questa sia una scelta consapevole e per esserlo è necessario avere le corrette informazioni, senza giudizio. Questo accanimento sulla Sindrome di Down è controproducente per l’intera umanità.
E’ vero, è considerata una malattia nel senso che è presente un cromosoma in più che rende loro tutto più difficile, alle volte ci sono un po’ più di complicazioni ma alle volte no, così come per ognuno di noi. E’ vero, hanno più difficoltà su vari aspetti ma perché non si parla mai abbastanza delle loro caratteristiche meravigliose e non parlo della loro simpatia o affettuosità (luogo comune) ma della loro capacità di essere empatici, del loro elevato senso del ritmo, della loro energia per me magica che dà serenità a chi apre loro le porte del cuore e della mente.
Perché fermarsi solo ai dati cognitivi, al loro Q.I. alle loro difficoltà di linguaggio e di calcolo a mente? Ci sono disabilità non diagnosticabili molto più invalidanti ma non se ne parla perché a quelle non si può rimediare, allora prendiamocela con la Sindrome di Down. Be’, io sono orgogliosa di mia figlia e mi sento onorata di essere stata scelta dalla mia bimba come sua mamma. Non invidio chi decide di abortire, rispetto la loro scelta perché capisco che non tutti siamo in grado di affrontare le sfide che la vita ci può riservare. Personalmente credo profondamente di essere stata fortunata e onestamente non so se avrei reagito così positivamente di fronte ad altri tipi di disabilità, per questo nutro rispetto per chi decide di non andare avanti ma mi auguro solo che questo accanimento sulla Sindrome di Down si ridimensioni e si smetta di considerala una grave malattia da scongiurare e da debellare con l’aborto.
La scienza ha fatto tanto per migliorare le condizioni dei nostri bimbi, basterebbe che continuasse in questa direzione affinché si possa dare loro maggiori possibilità. Se ci sono così tanti casi di trisomia 21 qualcosa vorrà dire, dovremmo essere più umili di fronte alle leggi dell’universo e non sostituirci ad esso.
Grazie!
ROSA FIANDACA
Fonte: La Stampa
02/09/2014